Gli abitanti del Parco della Piana. Simone Guidotti racconta i fenicotteri viaggiatori curiosi

SESTO FIORENTINO – Vivendo in un tempo “sospeso” stando a casa, secondo quanto ci viene richiesto a causa dell’emergenza sanitaria, possiamo rallentare il concetto stesso di tempo, se non consideriamo calendari e orologi, possiamo tentare un volo lento, ma costante verso spazi aperti che fino a un mese fa ci “appartenevano”. Un volo lento su […]

SESTO FIORENTINO – Vivendo in un tempo “sospeso” stando a casa, secondo quanto ci viene richiesto a causa dell’emergenza sanitaria, possiamo rallentare il concetto stesso di tempo, se non consideriamo calendari e orologi, possiamo tentare un volo lento, ma costante verso spazi aperti che fino a un mese fa ci “appartenevano”. Un volo lento su aree verdi, stagni e laghi. Come i fenicotteri. Anche se siamo sigillati tra le mura domestiche, sfidando orologi e calendari, entriamo e viaggiamo in modalità virtuale alla scoperta del Parco della Piana e dei suoi abitanti seguendo come un Virgilio, Simone Guidotti di Legambiente.
“Quando si pronuncia la parola ‘fenicottero’, normalmente vengono alla mente
immagini di lagune più o meno tropicali nelle quali si muovono lentamente sulle loro lunghe zampe questi grandi uccelli rosa.
Da qualche anno a questa parte, però, questi animali frequentano con più assiduità anche stagni e laghi interni, compresi quelli della piana fiorentina. Per la verità i vecchi lagaioli (gestori dei tanti laghi realizzati per scopi venatori che costellavano la piana) ci raccontano che non passava anno in cui i fenicotteri sostassero per un po’ qui da noi; certo è che con la diminuzione della pressione venatoria, la protezione di alcuni di questi laghi e l’aumento delle persone interessate all’osservazione della natura, sempre più spesso, nelle stagioni giuste, questi volatili diventano parte attiva della nostra fauna alata.
Anche i laghi del Parco della Piana e il lago dell’aeroporto nel territorio di Sesto Fiorentino sono sempre più utilizzati come luogo di sosta di stormi di dimensioni variabili di questi uccelli.
I fenicotteri non fanno una vera e propria migrazione come fanno altri volatili, ma dei semplici “erratismi” di cui non è facile comprendere il motivo, se non pensando ad una forma molto umana di “voglia di conoscere” nuovi posti. E non lo fanno sempre con lo stesso gruppo; sostando magari per qualche giorno in qualche stagno, si aggregano con altri individui anche loro “girelloni” formando gruppi sempre più numerosi.
Da noi normalmente li vediamo nei mesi invernali; quest’ano hanno sostato al lago dell’aeroporto dalla fine di dicembre fino ai primi di marzo sicuramente (la quarantena poi non ci ha permesso ulteriori osservazioni) in numero variabile che ha toccato un picco di 250 animali (a metà febbraio) fra giovani e adulti che hanno anche sfruttato l’ambiente per i rituali di corteggiamento e relativi accoppiamenti. Certo è che da noi non potremo assistere alla nidificazione periodo in cui la presenze di acque salmastre ricche di microfauna è fondamentale.
Credo che sia noto il fatto che la colorazione rosa è principalmente dovuta al pigmento rosso che assumono mangiando piccoli crostacei (principalmente artemia salina) tipici appunto delle acque salmastre, ma bisogna dire che per diventare proprio rosa e nello stesso tempo raggiungere la maturità sessuale, a questi animali ci vogliono fra i quattro e i cinque anni. Nelle foto si notano individui “grigi”, rosacei e rosa intenso. Sono appunto le varie fasi di sviluppo dell’individuo. Alcuni hanno anche degli anelli alle zampe che ci permettono di conoscere la data di nascita e la provenienza dell’animale.
Nel gruppo di quest’anno si mescolavano fenicotteri nati in Sardegna, in Francia, a Comacchio; uno proveniva dalle coste della Tunisia. Fra questi c’era chi, nato nel 1998 (possono vivere fino a 30 anni), aveva già fatto visita ai nostri laghi nel 2001 e nel 2011. Evidentemente si era trovato bene.
Quest’anno sono state tantissime le persone che sono andate al lago per poterli osservare, troppo spesso purtroppo con comportamenti decisamente poco
rispettosi degli animali e degli altri osservatori. Certo, vedere questi splendidi uccelli zampettare con la testa nell’acqua e sullo sfondo trovarsi Villa Petraia piuttosto che la cupola del Brunelleschi, è veramente tutta un’altra storia”.
Foto di Simone Guidotti gentilmente concesse a Piananotizie per questo articolo