Gli ospiti del Parco della Piana. Simone Guidotti racconta l’airone e la garzetta

SESTO FIORENTINO – E’ un volo di colori che si sposta nel Parco della Piana, scivolano tra le nuvole e poi arrivano nel parco dove atterrano con le loro lunghe zampe: sono gli aironi cenerini e le garzette, ospiti delle zone umide che abbiamo incontrato in un altro viaggio virtuale raccontato da Simone Guidotti di […]

SESTO FIORENTINO – E’ un volo di colori che si sposta nel Parco della Piana, scivolano tra le nuvole e poi arrivano nel parco dove atterrano con le loro lunghe zampe: sono gli aironi cenerini e le garzette, ospiti delle zone umide che abbiamo incontrato in un altro viaggio virtuale raccontato da Simone Guidotti di Legambiente.
“Chi usa il territorio della piana e non solo del parco, per camminare e guardarsi intorno, sicuramente avrà notato la presenza nei campi, nei fossi e nei laghi di uccelli particolarmente alti, dalle lunghe zampe e dai becchi pronunciati. Sono gli aironi, trampolieri oramai stanziali nel nostro territorio a cui sono legati per svariati motivi comunque afferenti al loro “modus vivendi”. I più frequenti e visibili sono sicuramente l’airone cenerino e la garzetta, peraltro frequentatori anche dei corsi d’acqua urbani, che sostano anche nei campi o sugli argini dei canali e dei fossi che attraversano la piana. L’airone cenerino, di grandi dimensioni, è caratterizzato appunto dalla colorazione  grigia e da un robusto becco giallo; sosta spesso sulle rive dei canali e degli stagni praticamente immobile ma con lo sguardo vigile e pronto allo scatto verso quelle che sono le sue prede principali: rane, pesci e tutto quello che si muove in quegli ambienti, senza problemi di dimensioni.
La garzetta, invece, un po’ più piccola ma sempre con lunghe zampe, è completamente bianca e becco nero. Nel periodo della riproduzione i maschi adulti mettono in bella mostra due penne bianche lunghe e sottili (le egrette) simbolo di maturità sessuale. Ai primi del 900 queste penne portarono la specie sull’orlo dell’estinzione, perche venivano strappate dai poveri animali per abbellire i cappelli delle signore, rendendoli così non più attraenti per le femmine e per l’accoppiamento. Fortunatamente la moda finì e la specie ritornò a proliferare.
Ci sono poi altre due specie di aironi che è possibile osservare al parco e in piana. Uno è l’airone bianco maggiore, il più grande del gruppo (può raggiungere i 170 cm di altezza); completamente bianco con il becco giallo e le zampe nere, è più legato alle aree più’ tranquille, anche se può capitare di osservarlo in mezzo alle case, sempre comunque lungo i corsi d’acqua. L’altra specie molto numerosa presente nei nostri territori è l’airone guardabuoi; il nome la dice lunga su quella che una volta era la sua principale attività; sostava intorno alle mandrie degli animali al pascolo recuperando gli insetti che si muovevano dall’erba, sostando poi sulle groppe degli animali spostandosi con loro. In piana oramai di buoi non se ne sono più, ma questi versatili animali si sono adattati a seguire le pecore o, addirittura, i trattori che lavorano nei campi.
Comunque sia, resta la meraviglia di queste presenze nel nostro territorio che seppur densamente antropizzato, ci dimostra, e in questo periodo di fermo totale ancora di più, che la natura ci circonda e ci meraviglia in ogni situazione; e dove stanno bene loro stiamo bene, anzi meglio, anche noi. Simone Guidotti”
Le foto sono gentilmente fornite per questo articolo da Simone Guidotti