Gronchi (Confesercenti): “Decreto liquidità: è il momento di distruggere i “mostri” creati dalla burocrazia”

FIRENZE – Mai come in questo periodo di emergenza sanitaria, i social hanno la funzione di vere e proprie “agenzie di stampa”. Con spunti, notizie, riflessioni. Come è anche nel caso di Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, che oggi ha commentato e detto la sua su quanto affermato ieri sera dal presidente del Consiglio, […]

FIRENZE – Mai come in questo periodo di emergenza sanitaria, i social hanno la funzione di vere e proprie “agenzie di stampa”. Con spunti, notizie, riflessioni. Come è anche nel caso di Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, che oggi ha commentato e detto la sua su quanto affermato ieri sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “In attesa del testo definitivo del decreto liquidità per capire meglio tassi, preammortamento, costi, durata, eccetera – ha detto Gronchi – adesso è chiaro cosa sta succedendo. Lo Stato, in tutte le sue articolazioni, interviene su tre strade: sull’emergenza sanitaria senza badare a spese e cercando di reggere botta e qui credo che non ci sia niente da dire. Risorse pesanti sul sostegno al reddito e qui credo che sia stato fatto un errore sulla dimensione per partita Iva e autonomi e sul metodo di erogazione (richiesta Inps, click day, eccetera) ma dei soldi per permettere di sopravvivere ci sono per tutti. Risorse importanti a presidio di garanzie dello Stato, da dare alle banche per far arrivare liquidità a tutte le aziende”.

“E’ tutto a posto? Non credo proprio – ha aggiunto Gronchi – ma è tanta roba. Allora ognuno di noi comincia a fare i conti su come fare: i dipendenti aspettano lo stipendio perché non hanno altro strumento per incassare qualcosa che sia diretto o in Cig, gli imprenditori faranno dei finanziamenti e da quelli si prenderanno uno stipendio, pagheranno fornitori, scadenze eccetera. I professionisti e le partite Iva si aspettano un contributo maggiore e sperano che con i finanziamenti immessi nel sistema vengano pagate parcelle, fatture. Per tutti poi ci sono sospensioni o posticipi di pagamento di tasse, contributi e così via dicendo”.

“Allora perché tutti ci sentiamo rassicurati da un lato, ma delusi, disincantati o semplicemente arrabbiati dall’altro? Perché quello che è stato fatto è creare le migliori condizioni possibili in emergenza, in un paese già abbondantemente indebitato per rispondere a tutte le istanze ma senza che per ora tutto questo diventi realtà e nessuno sa quando e come potremo ripartire. Credo che con oggi sia finito il tempo degli annunci, credo che nei prossimi giorni debbano atterrare regole e meccanismi chiari per andare in banca e avere certezza sul da farsi, credo che debbano arrivare i soldi ai lavoratori e alle partite Iva, credo che si debbano dare indicazioni su come ripartire in attesa di capire quando, credo che sia il momento di distruggere i mostri creati dalla burocrazia”.

“In sintesi credo che il paese stia facendo uno sforzo fuori dall’ordinario e solo dopo questa “guerra” potremo giudicare sul serio. Nel frattempo dobbiamo stringere i denti e non è proprio una passeggiata, ma c’è una reazione forte, di sistema, di tutti di cui dobbiamo prendere atto. Se è la migliore possibile non lo so, ho più dubbi che certezze, ma di sicuro non è finita, si dovrà fare ancora molto”.