Gronchi (Confesercenti): “Fra mancanza di coraggio ed errori clamorosi”

FIRENZE – Si affida a un lungo post su Facebook il presidente di Confesercenti Toscana, Nico Gronchi, per analizzare le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di ieri sera. Con una sintesi, in apertura di post, che la dice lunga sullo stato d’animo che sta vivendo in questo momento l’associazione di […]

FIRENZE – Si affida a un lungo post su Facebook il presidente di Confesercenti Toscana, Nico Gronchi, per analizzare le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di ieri sera. Con una sintesi, in apertura di post, che la dice lunga sullo stato d’animo che sta vivendo in questo momento l’associazione di categoria che rappresenta: “Mancanza di coraggio ed errori clamorosi”. “Una mancanza di coraggio – scrive Gronchi –  non riaprire tutte le attività economiche in grado di rispettare le prescrizioni sanitarie. Una mancanza di coraggio non agire su base regionale perché la situazione non è uguale in tutta Italia. Una mancanza di coraggio non ammettere che un milione di nuovi poveri in due mesi sono una catastrofe. Un errore non aprire il commercio al dettaglio tutto insieme. Un errore lasciare libertà ai prefetti di autorizzare quello che vogliono. Un errore non dire con chiarezza che se non ti faccio riaprire lo stato si carica di sostenere l”azienda e il reddito. Se servirà una task force, dovrà essere parecchio force, perché il fiume carsico del malessere sociale che sta investendo il paese è gigantesco e se qualcuno voleva provare il brivido di una inimmaginabile “rivoluzione proletaria” della classe medio/bassa di questo paese, formata da schiere di commercianti, autonomi, partite Iva e professionisti di questo passo rischia seriamente di assisterci. A meno di una magia anche il nuovo decreto economia, da 55 miliardi, non potrà sanare i danni profondissimi di questa situazione”.

“Vogliamo riaprire, – ha poi aggiunto oggi – il tempo delle parole è finito. Adesso basta con annunci e promesse non mantenute. E’ questo il primo commento che come categoria vogliamo rappresentare all’indomani del prolungamento del lockdown – che, per inciso, costerà altri 10 miliardi di fatturato alle imprese – con la promulgazione del nuovo Dpcm del 26 aprile. Dopo quasi due mesi di interruzione delle attività commerciali, una non partenza di tutte quelle attività finanziarie di sostegno per le imprese (dal bonus all’accesso al credito agevolato…) e i loro dipendenti promesse dal Governo ma non ancora attivate, è arrivata ieri sera la decisione di prolungare lo stop. Quando nella categoria moltissime attività si stavano già preparando a implementare al dettaglio tutti i protocolli di sicurezza per riprendere gradualmente il lavoro”.