Guardia medica soppressa la notte: botta e risposta fra l’assessore Bezzini e Rifondazione Comunista

FIRENZE – Da un lato c’è l’assessore regionale Bezzini che dice: “Nessuna forzatura, è un piano da attivare solo in caso di necessità”. Dall’altro la segreteria regionale di Rifondazione Comunista che invece attacca ribadendo che “la pezza è stata peggio del buco”. Non c’è dubbio che il dibattito in corso, non solo a livello politico, […]

FIRENZE – Da un lato c’è l’assessore regionale Bezzini che dice: “Nessuna forzatura, è un piano da attivare solo in caso di necessità”. Dall’altro la segreteria regionale di Rifondazione Comunista che invece attacca ribadendo che “la pezza è stata peggio del buco”. Non c’è dubbio che il dibattito in corso, non solo a livello politico, su una decisione che – anche questo è innegabile – ha fatto molto discutere, si accende di continuo. Due le prese di posizione nella giornata di oggi, entrambe relative all’ordinanza numero 107 del presidente della Regione, Eugenio Giani. Quella relativa appunto alla continuità assistenziale, chiamata anche “guardia medica”.

“Nessuna forzatura, – dice l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini – non siamo di fronte a una riforma della continuità assistenziale. La guardia medica al momento è operativa come sempre, con i consueti orari, anche la notte. L’ordinanza, che consente anche ai medici di medicina generale di effettuare i tamponi antigenici rapidi, nasce in un contesto di piena emergenza e si inserisce nella complessiva rimodulazione delle attività, a partire da quelle ospedaliere, tesa a liberare ulteriori risorse per fronteggiare la pandemia. In questo quadro, stiamo lavorando a un progetto volto a garantire la massima disponibilità potenziale di personale e strutture da attivare in caso di necessità e che tenga conto delle esigenze di tutti i territori, in particolare di quelli insulari e montani, delle aree interne e marginali. A tal fine, le Asl daranno vita a percorsi di condivisione con le rappresentanze dei medici e i sindaci, tenendo conto delle specificità territoriali, al fine di poter contare su queste forze in più se lo scenario pandemico dovesse improvvisamente aggravarsi, in particolare per tamponi “drive trough”, alberghi sanitari e patologie simil-infuenzali e sorveglianza sanitaria dei contatti. Come abbiamo visto la curva può sempre risalire, anche per questo è necessario essere pronti, mantenere alta la guardia, rispettare le norme in vigore e i corretti comportamenti individuali”.

“Un’ordinanza, quella del governatore Giani sulle guardie mediche, – si legge in una nota di Rifondazione Comunista – che cerca, anche maldestramente, di coprire l’inadeguata programmazione e la cattiva gestione che in questi ultimi mesi, ma è roba antica, sono la cifra della conduzione della drammatica situazione in cui ci troviamo, con una recrudescenza molto maggiore in questo secondo picco pandemico. Cosa prevede l’ordinanza: che l’attività di guardia medica sia sospesa nelle ore notturne, sostituita nelle stesse ore da un servizio telefonico e che la stessa sia dirottata in una serie di attività diurne di sorveglianza sanitaria e ambulatoriale. Insomma, si cerca la pezza ma il buco è ormai troppo largo per essere coperto. Una pezza che, ovviamente, non solo non copre il mancato potenziamento del servizio sanitario regionale e soprattutto, il mancato reclutamento del personale sanitario e delle figure necessarie come il pane per test, tracciamenti, sorveglianza sanitaria, ma mette a serio rischio l’attività di continuità assistenziale con il “taglio” di un presidio territoriale importante, in orario notturno e festivo, per le persone con patologie no Covid che, a questo punto, obbligatoriamente saranno costretti a rivolgersi ai pronto soccorso degli ospedali, già in condizione critica”.