Ha portato l’arte del Presepe a Signa. Antonio Schiavo “ci racconta” la sua collezione

SIGNA – “Il presepio – scriveva un po’ di tempo fa Ermanno Olmi – mi ricorda gli anni dell’infanzia”. Oppure potremmo citare Eduardo De Filippo e il suo “Natale in casa Cupiello”, portato in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli addirittura nel 1931. E se a Napoli, come ci tiene a […]

SIGNA – “Il presepio – scriveva un po’ di tempo fa Ermanno Olmi – mi ricorda gli anni dell’infanzia”. Oppure potremmo citare Eduardo De Filippo e il suo “Natale in casa Cupiello”, portato in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli addirittura nel 1931. E se a Napoli, come ci tiene a sottolineare, “Eduardo De Filippo è il Natale”, quando entri nel suo “mondo” a Signa, l’atmosfera è altrettanto magica. Quello che ha creato infatti Antonio Schiavo è a tutti gli effetti un piccolo museo, fatto tutto di Presepi, che richiamano appieno la tradizione dei maggiori presepisti del nostro paese.

Originario di Ravello, in provincia di Salerno, ex dipendente delle Poste, vive a Signa dal 1984. Ed è lui stesso a raccontarci come è nata questa passione: “A Ravello abitavamo in una casa piccola e quando papà faceva il Presepe, lo allestiva come da tradizione l’8 dicembre e poi lo “smontava” il 2 febbraio, nel giorno della “Candelora” quando, si diceva, “si leva il bambino”…”. Un’immagine, quella del Presepe della propria infanzia, che in Antonio è sempre rimasta viva finché, all’incirca una decina di anni fa, ha iniziato la propria collezione.

Acquistando sia Presepi completi che singoli personaggi, in quelle che sono le località dove il Presepe è “di casa”, Da San Gregorio Armeno, la patria del Presepe, a Caltagirone, passando per Faenza, Vietri sul Mare e ovviamente l’Alto Adige, in particolare la Val Gardena. Tutti di materiali diversi fra loro: terracotta, legno, ceramica, porcellana. Fra questi anche un Presepe davvero particolare che rimanda ai Trulli di Alberobello. Per non parlare di quello che raffigura la Cattedrale di Ravello davanti alla quale sono raffigurati tutti gli artigiani del paese. Per finire al Presepe che riproduce la Pieve di San Giovanni Battista a Signa e che in questi giorni di festività natalizie è “ospitato” proprio all’interno della chiesa.

E come nelle migliori tradizioni che si rispettino, anche questa ha avuto una “spinta” fondamentale dall’innovazione. In modo particolare i social, su tutti Facebook, che gli hanno permesso di conoscere ed entrare in contatto con i più importanti Maestri presepisti d’Italia che ovviamente hanno a Napoli il loro fulcro. Ne è nato uno scambio costante grazie al quale Antonio non solo ha arricchito la propria collezione (fatta attualmente di quindici Presepi grandi mentre dei singoli personaggi… ha perso il conto) ma ha anche affinato la ricerca. E ha inserito tantissimi pezzi unici, a conferma del fatto che la sua è davvero una passione senza fine. E che ha già creato lo spazio per inserire altri Presepi.

Una bella storia insomma, che ci è piaciuto raccontarvi il giorno di Natale, perché, come diceva il grande Eduardo in “Natale in casa Cupiello”, “come se fosse la prima volta che lo faccio! Io sono stato il padre dei Presepi… venivano da me a chiedere consigli… mo viene lui e dice che non viene bene”. Che sia davvero Natale, proprio sotto, lo sguardo di Eduardo che dall’alto “vigila” su tutti i Presepi.