“I diari del tandem”: 70 colpi di pedale tra il Teatrodante e il teatro Santo Stefano

Solo 70 pedalate di bicicletta, anzi di tandem, dividono il Teatrodante Carlo Monni e il Teatro di Santo Stefano e stavolta il viaggio con Giovanni Grossi lo ha fatto Marco Flavio Faggi, raccontando il programma del teatro e di come la “finzione” sul palco possa curare i malanni dell’anima. Parola di farmacista. Ecco un’altra puntata de […]

Solo 70 pedalate di bicicletta, anzi di tandem, dividono il Teatrodante Carlo Monni e il Teatro di Santo Stefano e stavolta il viaggio con Giovanni Grossi lo ha fatto Marco Flavio Faggi, raccontando il programma del teatro e di come la “finzione” sul palco possa curare i malanni dell’anima. Parola di farmacista. Ecco un’altra puntata de “I diari del tandem”

70 e mezzo colpi di pedale dividono piazza Dante 23 da via delle Corti 20. 70 e mezzo colpi di pedale tra le 50 sfumature di grigio asfalto di via S. Stefano e le 50 sfumature di grigio pietra di piazza Matteotti, piazza Dante e via delle Corti. Marco, Marco Flavio Faggi per la precisione, sale sul tandem con decisione. Si parte da piazza Dante, proprio da sotto l’Autoritratto di Antonio Manzi. Autoritratto che fa bella mostra di sè sulla facciata del teatro. Con il dorso della scarpa porto il pedale destro nel punto più in alto e cominciamo a pedalare. “Marco sei pronto?”. “Prontissimo”, risponde. Dò il primo mezzo colpo di pedale ed il pedale è subito nel punto più basso, quello più vicino alla prima sfumatura di grigio pietra della pavimentazione di piazza Dante. Comincio a contare. Per 70 volte il pedale farà il suo giro completo. E le conterò una per una a voce alta. Per non correre il rischio di sbagliare.

E’ questa la distanza che separa il Teatrodante Carlo Monni dal Teatro Santo Stefano. Precisa, precisa come 7 sono precisi, precisi i giorni che separano l’inizio delle stagioni teatrali dei due teatri. Il Teatrodante Carlo Monni ha iniziato la sua avventura di prosa sabato 3 novembre con Monica Guerritore e la sua Giovanna d’Arco, la ragazza di Orleans ed il Teatro Santo Stefano la inizierà sabato successivo, sabato 10 novembre con il pulzello di San Frediano… ops il ragazzo di San Frediano. “La nostra stagione riprende da dove ci eravamo lasciati, vale a dire la ripresa de il ragazzo di San Frediano di Oreste Pelagatti. Uno spaccato di vita fiorentina dell’immediato dopoguerra ambientato in una piazzetta di questo popolare rione fiorentino”. Marco fa il farmacista nella farmacia sul ponte. Marco, per la precisione, fa il farmacista a tempo perso e l’attore a tempo pieno nel vicinissimo Teatro Santo Stefano e, tra l’altro, per essere ancora più precisi, abita proprio dietro l’altro teatro, il Dante-Monni. Ed è questo il percorso che Marco fa tutti i giorni a piedi. Il Teatro Santo Stefano si presenta, di lato alla facciata della chiesa di Santo Stefano, proteso verso la piazza. Ha un ingresso discreto come se fosse la porta di un’abitazione, in via delle Corti 20. Accanto alla porta c’è una piccola locandina in ferro battuto. Dentro è un piccolo gioiello, misurato e gentile. Il Teatro Santo Stefano è il teatro sotto casa. Marco parla dei suoi lavori con passione. In fondo non c’è tanta differenza tra i due lavori: il giorno, in farmacia, distribuisce medicine per il corpo e la sera, in teatro, dispensa medicine per l’anima. Cadono piccole gocce di pioggia su di noi e sui nostri teatri. Un tandem di teatri vicini e raggiungibili. Del resto Campi è un teatro diffuso. Le strade che tutti i giorni Marco percorre a colpi di passi sono un palcoscenico quotidiano in continuo movimento dove i campigiani si esibiscono fieri e consapevoli. Le cose capitano solo a chi le sa raccontare. Ogni piccola cosa che ti accade può essere un’occasione per sfoggiare il proprio talento di narratore. E per le strade di Campi c’è sempre un pubblico disposto a misurare il talento del tuo modo di raccontare senza preoccuparsi troppo del fatto che sia vero o meno quello che vien detto. Ma poi a cosa serve domandarsi se sia vero o meno… il teatro è la naturale trasposizione di quello che già avviene nella vita di tutti i giorni. A teatro, così come nella vita, le emozioni sono in diretta. Senza filtri. Le emozioni e gli spettatori dei teatri non si sommano e basta ma si moltiplicano perché a teatro gli spettatori non sono semplici spettatori, sono spettatori al quadrato, sono i veri protagonisti. Il teatro lo vivi là fuori, sotto casa, nella piazza della chiesa. Il teatro fa bene. E’ una bella e sana medicina. Una medicina fatta di emozioni condivise che proseguiranno per tutto l’inverno e oltre.

Marco ci tiene a precisare che non c’è solo l’inizio, ma anche un suo proseguo. “La stagione propone altri 7 spettacoli con commedie in vernacolo fiorentino, un recital di canzoni popolari, uno spettacolo pensato per i bambini, una commedia brillante americana con la quale chiederemo la stagione. Come consuetudine ci sarà lo spettacolo anche il 31 dicembre, anche se con una formula diversa rispetto agli altri anni. Per qualsiasi informazione e/o prenotazione chiamare 055890714 (ore pasti)”. Io ci sarò, Orleans e San Frediano son vicini, vicini proprio come il Teatro santo Stefano ed il Teatrodante Carlo Monni. 

Giovanni Grossi