CAMPI BISENZIO – In questo anno e mezzo così difficile, il primo pensiero della famiglia di Alessio Rapezzi è un grazie: “Grazie – spiegano – a tutti coloro che, in modi diversi, si sono adoperati per mantenere vivo il suo nome e il suo ricordo. È un affetto che abbiamo sentito forte e che continua a sostenerci. Proprio per questo, però, sentiamo ora il bisogno di fare chiarezza: da questo momento in poi, qualsiasi iniziativa che utilizzi il nome di Alessio dovrà essere espressamente autorizzata dalla famiglia. Il conto donazioni intestato a Luna Rapezzi è chiuso già da molti mesi e le tante iniziative promosse fin qui – alcune delle quali non erano state condivise o autorizzate da noi – ci hanno sicuramente colpito e commosso, ma rendono necessario un passaggio di maggiore ordine e rispetto. D’ora in avanti, dunque, chiediamo che ogni proposta venga sottoposta alla famiglia prima di essere resa pubblica. La referente unica sarà la figlia di Alessio, Luna, che valuterà di volta in volta le richieste e darà una risposta, positiva o negativa, a nome di tutti noi”.
Luna desidera inoltre approfittare di questa occasione per rivolgere un appello: che il ricavato di tutto ciò che eventualmente verrà organizzato nel nome di Alessio sia devoluto all’associazione www.gliamicidilapo.org, nata per ricordare Lapo Quadalti e impegnata nella sensibilizzazione e nel sostegno alla ricerca sulla malattia di Kawasaki. Si tratta di una vasculite, cioè un’infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni, descritta per la prima volta nel 1967 dal pediatra giapponese Tomisaku Kawasaki, che in alcuni casi può portare alla formazione di aneurismi o a stenosi dei vasi colpiti, con esiti purtroppo talvolta letali”. La famiglia di Alessio desidera ribadire “la propria gratitudine verso tutti coloro che, in questo periodo, sono stati presenti con gesti, parole, pensieri. Allo stesso tempo, avendo avuto notizia di iniziative non autorizzate, si riserva di tutelare e proteggere il nome e la memoria di Alessio in tutte le sedi ritenute opportune, perché il suo ricordo continui a vivere nel modo più degno e rispettoso possibile”.
