I Gd di Signa: “Il femminicidio non è più retorica” (lettera aperta sulla violenza alle donne)

SIGNA – I Giovani democratici di Signa hanno inviato alla redazione di piananotizie.it una loro riflessione sul “femminicidio”, brutto neologismo per indicare un ancor più brutto fenomeno di cui si sta macchiando la nostra società, ovvero la violenza alle donne che sfocia, sempre più spesso, nell’omicidio. Ecco la riflessione firmata da Niccolò Barbieri dei Giovani […]

SIGNA – I Giovani democratici di Signa hanno inviato alla redazione di piananotizie.it una loro riflessione sul “femminicidio”, brutto neologismo per indicare un ancor più brutto fenomeno di cui si sta macchiando la nostra società, ovvero la violenza alle donne che sfocia, sempre più spesso, nell’omicidio.
Ecco la riflessione firmata da Niccolò Barbieri dei Giovani democratici di Signa:
In questi giorni si è parlato molto dell’ultimo ed ennesimo caso di femminicidio, vittima Fabiana una ragazza di 16 anni brutalmente accoltellata e bruciata dal proprio fidanzato per motivi di gelosia. Vari sono stati i tam tam di sdegno sui social network e copiosi gli articoli di giornali che hanno gridato allo scandalo: come sempre accade, però, questi casi non sono altro che un grande polverone mediatico che non tocca il problema alla radice poiché tantissime donne ogni anno vengono uccise nell’indifferenza più totale.
Il fenomeno del femminicidio, infatti, è una piaga che da sempre è esistita, da sempre è stata taciuta e da sempre ha avuto un peso preponderante nella storia degli omicidi, basti pensare che, stando dati alla mano, nel solo 2010 il 44,9% degli omicidi le cui vittime erano di sesso femminile è avvenuta per mano del partner o ex partner ed il 23,7% del parente, mentre per le vittime di sesso maschile il 3,8% del partner o ex partner ed il 15% del parente (dati del Ministero dell’Interno).
Il Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha chiesto maggior attenzione da parte della stessa politica per la tutela delle donne, visto che esistono solo 2 normative vigenti, la legge sullo stupro del 1996 e la legge sullo stalking del 2002 ma proprio lo stesso appello è stato vanificato dalla totale assenza dei parlamentari durante la discussione della ratifica della Convezione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne. Questo panorama generale ci fa capire che non solo servono ulteriori leggi ma è proprio l’indifferenza totale che deve essere combattuta, poiché il problema sta a monte ed è il fattore culturale retrogrado la causa principale, come la stessa Boldrini afferma dicendo che “La donna viene ammazzata in quanto donna: perché l’uomo ha delle aspettative precise sul ruolo della donna che la donna disattende. L’uomo si sente autorizzato a perpetrare violenza perché pensa che la donna non stia rispettando una serie di doveri che lui si aspetta da lei.”
Non si può quindi pensare di parlarne e basta, bisogna agire e soprattuto riflettere. Bisogna fare esame di coscienza sul dilagare di questa violenza, prendendo coscienza di cos’è la donna in sè e ricordandoci del valore che ha, avanzando proposte efficaci, abbattendo l’abuso mediatico del corpo femminile in favore dell’eguaglianza e del rispetto, riformando la cultura stessa e non rammentando questi valori solo l’8 Marzo, quando e come ci fa più comodo, ma sempre.