I Gigli in controtendenza: 17,5 milioni di visitatori e incassi in crescita del 7,83%

CAMPI BISENZIO – Fatturato record per i Gigli nel 2012. Sono numeri in controtendenza quelli che riguardano il 2012 del centro commerciale, secondo in fatturato tra gli italiani solo al Porta di Roma, che pare non toccato dalla crisi economica. “I nostri risultati per il 2012 sono oltre ogni più rosea aspettativa – afferma Yashar […]

CAMPI BISENZIO – Fatturato record per i Gigli nel 2012. Sono numeri in controtendenza quelli che riguardano il 2012 del centro commerciale, secondo in fatturato tra gli italiani solo al Porta di Roma, che pare non toccato dalla crisi economica. “I nostri risultati per il 2012 sono oltre ogni più rosea aspettativa – afferma Yashar Deljoye Sabeti, direttore dei Gigli – e confermano che le aziende del centro sono in salute e l’obiettivo è di crescere ancora”. Non solo si registra un aumento del fatturato del 7,83% rispetto al 2011, ma il numero di visitatori del 2012 è superiore del 22,51% a quello dello scorso anno, (17.569.454 contro 14.341.498). Anche la media giornaliera di visitatori è da capogiro, con oltre 49mila persone che ogni giorno entrano nel centro, mentre nel 2011 il numero si era fermato a 44mila. Un incremento che tocca tutti i mesi del 2012, a partire da gennaio, passando per agosto, secondo mese per frequenze, fino a dicembre, che ha visto il record di affluenze con più di 2 milioni di visitatori. Complice di questa impennata di visite e di incassi è senz’altro la decisione presa un anno fa di aderire alla liberalizzazione delle aperture domenicali e festive, tenendo aperto il centro 31 giorni in più rispetto al 2011. “Nei giorni festivi in cui siamo aperti la clientela proviene soprattutto da località extrabacino – conclude il direttore – e i Gigli vengono frequentati da persone provenienti da tutte le città toscane, da Pisa, Livorno, Lucca, Siena, Arezzo, e questo dimostra come il nostro centro sia un punto di riferimento nel commercio a livello regionale”.

Irene Grossi

Guarda l’intervista a Yashar Deljoye Sabeti: