I parrucchieri dopo il lockdown “Abbiamo riorganizzato il lavoro per le nostre clienti, ma ora serve programmazione”

SESTO FIORENTINO – Per oltre due mesi, stando chiusi in casa per l’emergenza sanitaria, abbiamo combattuto con la crescita inarrestabile dei nostri capelli, la scomparsa del colore e della piega e questo ci ha portato a dover riconsiderare le nostre abitudini. Abbiamo iniziato a seguire tutorial e imparare a prenderci cura dei nostri capelli per […]

SESTO FIORENTINO – Per oltre due mesi, stando chiusi in casa per l’emergenza sanitaria, abbiamo combattuto con la crescita inarrestabile dei nostri capelli, la scomparsa del colore e della piega e questo ci ha portato a dover riconsiderare le nostre abitudini. Abbiamo iniziato a seguire tutorial e imparare a prenderci cura dei nostri capelli per affrontare lezioni online o video conferenze necessarie durante lo smart working, il lavoro agile che in molti hanno dovuto adattarsi a fare da casa. Poi i saloni di acconciatura hanno riaperto e sono stati “presi d’assalto” da clienti impazienti di tornare ad un aspetto curato e fresco. Edoardo Melani del salone Edonist di via Alighieri e la sua collega pistoiese Carolina Giunti del salone Marzio Phl, in questi mesi di chiusura si sono occupati di seguire attraverso il canale social Instagram e con i tutorial le proprie clienti. “Adesso – dicono – c’è voglia di qualcosa di nuovo, di fresco e di qualcosa che permetta a ciascuno di noi di mantenere anche a casa i capelli curati come fossero freschi di parrucchiere”.
Per accontentare tutti hanno allungato gli orari di lavoro, riorganizzato la gestione del salone soprattutto per seguire le norme di sicurezza che gli ultimi decreti impongono. Misurazione della temperatura, gel per le mani, santificazione costante, mascherine durante tutte le operazioni e protezioni con visiera per chi lavora, vestaglie monouso, entrata ed uscita separate e per l’attesa è stato sistemato fuori dal salone un comodo salottino. Ma quello che ha provocato i due mesi trascorsi con l’attività chiusa ha modificato il modo di lavorare, come spiegano Melani e Giunti.

Cosa ha significato, per le vostre attività, stare oltre due mesi chiusi?
la chiusura di oltre due mesi, seppur necessaria (tanto che l’avevamo anticipata volontariamente decidendo di chiudere anche prima del decreto ufficiale) ha sicuramente pesato in maniera considerevole sul bilancio annuale essendo avvenuta in un periodo di grande carico lavorativo, perché ha coinciso con il periodo pasquale e quello successivo, ricco di eventi come comunioni e matrimoni, tutti ovviamente posticipati al nuovo anno, con grande perdita per noi e per tutto il settore che gravita intorno ad essi. Senza considerare il mancato lavoro quotidiano e le spese che invece correvano e corrono in maniera uguale e, in alcuni casi maggiore, a causa delle precauzioni che abbiamo dovuto prendere per la riapertura in totale sicurezza per noi e per il nostro staff e i nostri clienti.

Riaprire dopo il lockdown ha imposto una serie di precauzioni, quanto hanno pesato sull’attività?
Precauzioni che hanno pesato e pesano non solo in termini di costi (alcuni deducibili) ma soprattutto nell’organizzazione lavorativa che è stata completamente rivoluzionata in maniera da non creare assembramenti e da permettere di avere il tempo necessario per santificare tutte le superfici ogni volta che un cliente nel salone. Quindi il peso non è stato economico bensì anche spazio-temporale in quanto il rispetto dei protocolli, al quale teniamo in maniera particolare e cha attiviamo meticolosamente, ha rallentato molti il ritmo di lavoro.

Come è stata la riapertura dopo i mesi di chiusura?
Per ovviare a questo e garantire un servizio a tutti elle persone che, dopo mesi di fai da te, erano e sono impazienti di tornare da noi, per la riapertura ci siamo organizzati allargando e allungando i tempi di apertura del salone quindi non più 5 giorni su 7 dalle 9 alle 19 bensì 6 su 7 dalle 9 alle 21. Di conseguenza abbiamo dovuto cambiare la turnazione del nostro staff perché non ci è possibile essere tutti contemporaneamente nel salone, ma siamo felici di essere riusciti a reinserire tutte le nostre collaboratrici con i contratto che avevano in essere prima del lockdown,non lasciando nessuna a metà servizio o in cassa integrazione.

Come vede il prossimo futuro?
ci muoviamo con la giusta programmazione ‘a corto raggio’ con sapendo quali saranno le nuove fasi, cerchiamo di essere attenti alle esigenze della clientela e di essere pronti alla flessibilità ora più che mai fondamentale, vogliamo e crediamo che questa ‘minaccia’ possa essere trasformata in un’opportunità, creando un nuovo modo di lavorare con un’organizzazione ancora più capillare e senza tempi ‘morti’.

Di cosa hanno bisogno le attività come le vostre per ritornare come prima?
Le attività, tutte in genere,e quelle come la nostra in particolare, hanno bisogno di programmazione, quindi abbiamo necessitò di conoscere con giusto anticipo quali saranno le nuove fasi in modo da poter attivare al con la giusta serenità, per non rischiare di buttare al vento risorse oggi più che mai fondamentali.