I presidenti delle otto aree territoriali Cna di Prato e Pistoia lanciano l’allarme: “Serve un nuovo modello di sviluppo”

PRATO – Un appello forte e chiaro per una nuova strategia di reindustrializzazione e sviluppo territoriale, che passi attraverso un nuovo modello di partenariato pubblico-privato. È quello lanciato da Cna Toscana Centro nel corso dell’incontro dal titolo “Le piccole e medie imprese, il motore della crescita dei territori” che ha riunito oggi, nella sede direzionale di via Perlasca, i vertici del sistema […]

PRATO – Un appello forte e chiaro per una nuova strategia di reindustrializzazione e sviluppo territoriale, che passi attraverso un nuovo modello di partenariato pubblico-privato. È quello lanciato da Cna Toscana Centro nel corso dell’incontro dal titolo “Le piccole e medie imprese, il motore della crescita dei territori” che ha riunito oggi, nella sede direzionale di via Perlasca, i vertici del sistema Cna Toscana centro guidati dal presidente Emiliano Melani e dai presidenti delle Aree territoriali delle province di Pistoia e Prato, coordinati dal vicedirettore Stefano Vivai. Al centro della discussione, il Manifesto sulla reindustrializzazione della Toscana, illustrato dall’economista Stefano Casini Benvenuti, già direttore di Irpet, e condiviso come punto di partenza della discussione dai dirigenti dell’associazione, che hanno definito a loro volta le priorità territoriali, riassunte in cinque punti: energia e costi, import-substitution, formazione e innovazione, finanza per lo sviluppo e nuovi modelli di business. Inoltre, Giacomo Buonomini, di Cna Toscana centro ha focalizzato il tema generale sulle specificità locali.

La Toscana, si legge in una nota, “sta vivendo una fase di deindustrializzazione assoluta, aggravata da fattori globali come dazi, crisi energetica e tensioni geopolitiche. La manifattura toscana è in calo strutturale, con l’occupazione passata dal 26% nel 1995 a meno del 18%, mentre la produzione industriale arretra più della media nazionale. A pesare anche la congiuntura globale: gli Stati Uniti assorbono il 16% dell’export toscano e l’accordo sui nuovi dazi del 15%, insieme al deprezzamento del dollaro, minaccia oltre i tre quarti delle esportazioni regionali verso il mercato americano. Sul fronte dell’occupazione e dei salari per effetto della terziarizzazione dei territori, si acuiscono lavoro povero, polarizzazione salariale, aumento dei Neet ed emigrazione giovanile, con salari reali ancora inferiori ai livelli del 2008. Analoga congiuntura nei territori di Pistoia e Prato con una produzione industriale ormai in decelerazione costante (-3.4 % la variazione nel primo semestre del 2025 rispetto al 2024), rallentamento dell’export (-0.8%), riduzione del volume delle operazioni bancarie del comparto produttivo (-5%) e un livellamento a ribasso delle retribuzioni”.

 Dalla riflessione collettiva sono emersi dunque cinque assi strategici e cinque proposte fattive: energia e costi – Ridurre incertezza e costi energetici, rafforzando l’impiego delle rinnovabili tramite piani energetici territoriali condivisi. Riposizionamento industriale – Rafforzare e ampliare le porzioni di catene del valore già presenti in Toscana. Formazione e innovazione – Investire su ITS, università e start up giovanili, sfruttando strumenti nazionali ed europei. Finanza per lo sviluppo – Orientare risparmio locale e finanza alternativa verso investimenti produttivi e infrastrutturali. Nuovi modelli di business territoriali – Piattaforme di PMI integrate, digitalizzate, sostenibili e attrattive per nuovi player di settore. Cna Toscana centro richiama inoltre l’esigenza di un dialogo più strutturato con la politica, soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative di Pistoia e Prato: “Le imprese devono essere riconosciute come soggetto motore della crescita economica, volano per la creazione di ricchezza e coesione sociale. Il declino industriale non è inevitabile. Serve una visione di lungo periodo e un partenariato avanzato tra istituzioni, imprese e società civile, valorizzando filiere e distretti locali per una più equa creazione e distribuzione del valore aggiunto della manifattura”.

“Il distretto pratese – ha detto il presidente di Prato Città, Francesco Viti – resta un riferimento mondiale per la rigenerazione delle fibre e l’economia circolare, ma oggi sconta pressioni sulla produzione, export stabile solo grazie ai prezzi e costi crescenti. Le priorità indicate da Cna: innovazione e digitalizzazione della filiera; rafforzamento di legalità e trasparenza, cardini del Made in Italy; revisione del sistema dei servizi pubblici locali, in particolare rifiuti tramite un adeguato Piano regionale, e riconsiderazione dell’attuale assetto organizzativo della Multiutility; marketing territoriale per raccontare un nuovo modello di Prato, capace di attrarre investimenti e talenti”.