I prodotti dell’orto consegnati a domicilio: l’avventura di Denis e Francesco, inventori de “Il Ceppo”

CAMPI BISENZIO – “Se puoi sognarlo, puoi farlo” diceva Walt Disney e questo motto vale a tutte le latitudini. In questo caso, il sogno era molto chiaro: portare direttamente a casa delle persone frutta e verdura di piccole aziende locali, in modo da offrire cibo sano, genuino e stagionale. Per realizzarlo, però, ci sono voluti […]

CAMPI BISENZIO – “Se puoi sognarlo, puoi farlo” diceva Walt Disney e questo motto vale a tutte le latitudini. In questo caso, il sogno era molto chiaro: portare direttamente a casa delle persone frutta e verdura di piccole aziende locali, in modo da offrire cibo sano, genuino e stagionale. Per realizzarlo, però, ci sono voluti caparbietà, costanza, fatica, coraggio e un po’ di follia. Almeno a sentire quello che raccontano Denis Mugnai, 38enne calenzanese, e Francesco Sabatini, 31enne amiatino, i titolari de “Il Ceppo”, impresa nata nel 2014. Sono andata a trovarli per la rubrica #latuastoria nella loro sede di Campi Bisenzio, in via Sieve, dove i grandi tavoli sono quelli che ospitano frutta, verdura, pane e uova fresche, pronti a finire nei “ceppi” per essere portati direttamente nelle case dei clienti, tra la Piana, Firenze, Prato, Pistoia e Empoli. Le famiglie che oggi scelgono Il Ceppo sono circa 300 e l’obiettivo è crescere ancora.

Come è partita questa avventura?

Denis: Lavoravamo insieme per un laboratorio di acustica a Firenze. Io ero ingegnere nel settore edile e Francesco manutentore e saldatore. Abbiamo capito che l’azienda era in difficoltà e quindi ho cominciato a pensare a un piano B. Mi venne in mente, era il 2010, che avrei voluto trovare il modo di portare a casa delle persone cibo sano, a chilometro zero, stagionale, a contatto con i piccoli produttori, quelli che non trovano posto nella grande distribuzione. Questo era il sogno ma non avevo idea assolutamente di come fare. A ogni modo mi dimisi e, mentre facevo il libero professionista nel mio settore, cominciai a lavorare a questo progetto con Francesco.

Francesco: Se ci si pensa è stata un po’ una follia, anche perché avevamo sì l’abitudine di risolvere problemi per lavoro, ma avevamo un’idea come dire “romantica” del settore agricolo, che abbiamo dovuto confrontare con la realtà. Abbiamo fatto una lista di 500 aziende agricole toscane e abbiamo chiamato per capire la fattibilità della cosa, parecchi non ci hanno ascoltato. Qualche coraggioso ha invece intuito il senso della cosa e c’è stato fin dall’inizio: sono diversi i fornitori che sono ancora con noi dagli esordi ed è bello, è stato come crescere insieme. 

Perché è stato complicato?

Denis: Non avevamo molti capitali iniziali, ma praticamente solo la nostra idea e le nostre braccia. E poi perché il meccanismo con cui funziona l’agricoltura in Toscana è particolare e diverso, che so, dall’Emilia. In Toscana ci sono bellissime aziende agricole ma la maggioranza si occupa soprattutto di produzione di olio e vino, nostra tradizione tipica, quindi trovare realtà che facessero grande varietà di frutta e verdura non è semplice. E così abbiamo cominciato a girare, le patate da un’azienda, la frutta da un’altra, le uova da un’altra, i kiwi da un’altra e così via. 

Francesco: Faccio un esempio semplice: è difficile trovare le carote. Perché produrle è molto laborioso e costoso, ci vuole il terreno sabbioso, la terra deve essere lavorata continuamente perché le carote crescano più o meno diritte. Insomma, quando abbiamo iniziato, certo non pensavamo a questo, che avremmo dovuto fare chissà che giri per trovare le carote. Ma eravamo determinati e abbiamo continuato. Abbiamo incontrato centinaia di produttori e lo facciamo ancora, scremando, scegliendo chi lavora in un modo che ci piace, rispettando tempi e stagioni, dandoci buoni prodotti e giusti, con una buona varietà.

Il Ceppo funziona in effetti in maniera semplice e non ci si aspetta che ci sia tutto questo percorso dietro. Dal sito (http://www.ilceppo-firenze.it) si fa l’iscrizione, si sceglie la cadenza della consegna, settimanale o quindicinale, e ci si iscrive a una mailing list che ogni volta propone alcune aggiunte personalizzate o qualche esclusione, per gusti o intolleranze. Ma il resto è a sorpresa, Denis e Francesco compongono i Ceppi davvero a seconda della stagionalità: se le aziende agricole hanno avuto una stagione più ricca di un ortaggio o in quel momento non hanno a disposizione una varietà, questo influisce su come sarà il Ceppo. E ogni settimana è diverso, solo con la regola della stagionalità.

Funziona questo meccanismo della sorpresa?

Denis: Davvero, sì. In tanti ci hanno detto che hanno scoperto degli alimenti che non avevano mai voluto provare e persone che hanno cominciato a cucinare piatti che mai avrebbero pensato. Per incoraggiare a sperimentare la ricchezza dei prodotti toscani, abbiamo aggiunto un piccolo ricettario settimanale, a cui ispirarsi per cucinare quello che si trova nel ceppo. Ci mettiamo anche l’elenco delle aziende che hanno prodotto quelle verdure e quella frutta, una carta d’identità del ceppo, che racconta davvero la provenienza.

Ma come si compone praticamente un Ceppo?

Francesco: Questa in effetti è stata una delle sfide. All’inizio, che erano pochi pacchi, Denis faceva liste e bolle di consegna a mano. Ma ci volevano ore, era un problema. Ho cominciato a creare un gestionale, da zero, che si adattasse alle nostre esigenze. L’abbiamo fatto nei ritagli di tempo, tra una consegna e l’altra, ed è venuto fuori un prototipo rudimentale ma funzionante. Praticamente dobbiamo ricordare che ogni Ceppo deve essere diverso dalla settimana precedente e, oltre a una base comune, ognuno è diverso per aggiunte personalizzate. Su pochi pacchi è un conto, ma su centinaia è un altro. Adesso abbiamo un sistema migliore, ci ha aiutato un professionista a farlo, ma il nostro sogno è migliorarlo ancora e stiamo partecipando a un bando per finanziarlo, incrociamo le dita.

Ma le fate ancora le consegne?

Denis, Francesco: Sì le facciamo ancora, ma a differenza dall’inizio adesso possiamo contare su alcuni collaboratori che ci aiutano, sia nella preparazione dei pacchi sia nelle consegne. Anche perché tra chilometri e traffico, tra Firenze, la Piana e Pistoia, ci vuole tempo. Ma fare le consegne ci piace ancora, entriamo nelle case e spesso le persone ci raccontano cosa è piaciuto del Ceppo, cosa hanno cucinato. Alla fine il cibo è questo, condivisione, ed è bello.

A proposito di condivisione, la rete vi ha aiutato a crescere?

Denis, Francesco: Assolutamente, sia il sito, sia i social network sono fondamentali per farci conoscere. I clienti all’inizio erano una ventina, tra conoscenti e un gruppo di acquisto stile “Gas”, poi piano piano siamo cresciuti anche grazie ai profili Facebook e Instagram. L’altro canale importante è il passaparola. In entrambi i casi, però, è la qualità che fa la differenza, perché chiaramente frutta e verdura si trovano ovunque, sta a noi far capire il valore aggiunto di questo progetto. Che per noi vuol dire portare a casa dei prodotti come accadeva con l’orto dei nostri nonni, rispettando i tempi, la terra. Questo per noi è bello, se non fosse stato così bello ci saremmo arresi prima. E invece non l’abbiamo fatto.