“Ikea, i diritti non si smontano”. In sciopero per la prima volta i lavoratori

SESTO FIORENTINO – “I diritti non si smontano”. Con questo slogan i lavoratori Ikea hanno dato il via al primo sciopero e davanti alla sede dell’Osmannoro del colosso svedese del mobile hanno protestato contro la decisione dell’azienda di “azzerare” gli integrativi del contratto di lavoro. Un taglio netto con il passato che vedeva Ikea ad […]

SESTO FIORENTINO – “I diritti non si smontano”. Con questo slogan i lavoratori Ikea hanno dato il via al primo sciopero e davanti alla sede dell’Osmannoro del colosso svedese del mobile hanno protestato contro la decisione dell’azienda di “azzerare” gli integrativi del contratto di lavoro. Un taglio netto con il passato che vedeva Ikea ad accordare ai propri dipendenti tutte le tutele possibili (dalla maternità per madri e padri e per le coppie di fatto, a 12 mesi in più post matenità anche se non retribuiti, ad esempio). “Il contratto integrativo – spiega Giovanni Vangi della Filcams Cgil – è scaduto il 31 agosto 2014, poi è stato prorogato. Avevamo già fissato una serie di incontri con la proprietà tra maggio e giugno, ma il 27 maggio scorso l’azienda ci ha convocato annunciandoci la disdetta di tutti gli integrativi”. Ad occhio e croce, spiega la Rsu, questo comporterebbe un taglio sugli stipendi del 20% circa.

Questa mattina quasi tutti i 327 lavoratori (il 70% dei quali ha un contratto part-time e il 97% è a tempo indeterminto) sono scesi nel piazzale davanti alla sede di Ikea per manifestare la contrarietà a quanto deciso dall’azienda, solo 4 o 5, secondo i sindacati sarebbero entrati. Il negozio è rimasto aperto per i clienti del sabato, giorno come la domenica in cui le vendite sono maggiori e qualcuno ipotizza che possano essere arrivati “aiuti” dal negozio di Pisa.

“Questo integrativo era uno dei migliori – dice Bianca Marinari della Rsu Filcams Cgil- tutele nel Welfare, diritti, premi econimcii e festività. Il motivo del taglio dell’integrativo non è certo dovuto alla crisi. Anche se, è vero che c’è stato un calo delle vendite, comunque le vendite ci sono. E quindi è perchè la proprietà non guadagna quanto vorrebbe”. Ikea, spiegano i lavoratori, è sempre stato un luogo di lavoro dove “si stava bene, ora però con questa decisione le cose sono cambiate”. “Quando mi è stato detto cosa volevano fare – aggiunge Marinari che lavora in Ikea da 13 anni – mi sono messa a piangere”.

“Sono due i punti tagliati nell’integrativo – spiega Giuseppe Viviano di Fisascat Cisl Firenze Prato -il premio aziendale che passerà da fisso a variabile e le maggiorazioni domenicali attualmente previste con due percentuali una del 70 e l’altra del 30, che verranno portate al ribasso. Lo sciopero proseguirà per tutta la giornata e proseguirà con un pacchetto di 16 ore divise in 8 ore a livello locale e le altre 8 a livello nazionale con assemblee e presidi”.

Insieme ai lavoratori Ikea anche hanno portato la solidarietà anche altri lavoratori della zona.

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