Il caffè e l’Atelier hanno il nome dell’Alzheimer. Ma servono per combatterlo

LASTRA A SIGNA – L’unione fa la forza. Lo dimostra anche l’ultimo progetto presentato questa mattina a Lastra a Signa, denominato “Il caffè della Beppina”, e che riunisce Regione Toscana, Società della Salute fiorentina nord-ovest, Usl Toscana centro e cooperative sociali Elleuno e Il girasole. Progetto che prevede la nascita di due “Caffè Alzheimer” e […]

LASTRA A SIGNA – L’unione fa la forza. Lo dimostra anche l’ultimo progetto presentato questa mattina a Lastra a Signa, denominato “Il caffè della Beppina”, e che riunisce Regione Toscana, Società della Salute fiorentina nord-ovest, Usl Toscana centro e cooperative sociali Elleuno e Il girasole. Progetto che prevede la nascita di due “Caffè Alzheimer” e due “Atelier Alzheimer” distribuiti in maniera omogenea sul territorio della Società della Salute fiorentina nord ovest, a Scandicci, Lastra a Signa e Sesto Fiorentino, gratuiti e rivolti anche ai cittadini di Calenzano, Campi Bisenzio, Signa e Lastra. Il primo “Atelier Alzheimer” è stato inaugurato questa mattina presso il Centro Sociale di Lastra a Signa, in via Togliatti, mentre domani, martedì 2 ottobre, sarà la volta di Sesto Fiorentino presso il Centro Diurno “Luigi Amaducci” in via Fratelli Rosselli. In settimana seguirà l’attivazione dello spazio “Caffè Alzheimer” a Scandicci, nella sede di “Anziani al centro”, in via Alardi, già dedicata ad alcune attività per anziani mentre prosegue la sua attività il “Caffè Alzheimer” a Sesto Fiorentino, da anni operante presso il Centro Civico 4 di via Veronelli.

Presenti a Lastra a Signa, oltre al sindaco Angela Bagni e all’assessore alle politiche sociali Elena Scarafuggi, anche il presidente della Società della Salute fiorentina nord ovest, Enrico Panzi, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Scandicci, Elena Capitani e i referenti del progetto per la Asl e per la SdS, rispettivamente il geriatra Renzo Cisbani e Sabrina Enea del servizio sociale.

“Questo spazio a Lastra è il luogo giusto per questo progetto – ha esordito il sindaco di Lastra a Signa, Angela Bagni – e rappresenta un’ulteriore conferma anche della validità del modello del Centro Sociale”. “Progetti come questo del Caffè della Beppina – ha sottolineato Enrico Panzi – hanno le potenzialità per diventare sistematici e per essere messi a disposizione anche in altre zone. Interesse della Società della Salute è far sì che ci siano tanti spazi così distribuiti sul territorio. Disseminare consapevolezza e conoscenza che possano aiutare a gestire meglio una patologia come l’Alzheimer, anche nella prima fase dell’insorgere della patologia, è il senso anche culturale di questo servizio”.

Si completa così il progetto denominato “Il Caffè della Beppina” che la Società della Salute della zona fiorentina nord ovest ha curato anche con il prezioso contributo dell’associazione Aima. I quattro Caffè e Atelier offrono sostegno alle difficoltà che le famiglie e i “care givers” si trovano ad affrontare nella prima fase della malattia e danno una prima risposta attraverso la loro funzione di osservazione e prima valutazione della patologia. Nell’Atelier inaugurato questa mattina, come anche in quello in partenza a Sesto Fiorentino, si terranno varie attività, dalla stimolazione cognitiva a laboratori artistico-espressivi come musicoterapia e arte terapia, da corsi di bricolage e piccolo artigianato. I “Caffè Alzheimer” si propongono anche come luoghi dove chiedere informazioni e consulenza in presenza del familiare e del paziente ma al contempo dove trascorrere anche qualche ora di socializzazione e condivisione, spazi neutri aperti a tutti i cittadini e non solo agli utenti seguiti dai servizi, in presenza di operatori-psicologi, neuropsicologi, geriatri-competenti a gestire il problema insorgente nella prima fase della demenza.

Nel 2017, infratti, l’Unità di Valutazione Multifunzionale della SdS fiorentina nord ovest che valuta i casi di non autosufficienza relativi alla propria zona di competenza, su 1.375 valutazioni ha registrato 509 diagnosi di demenza. Di queste 273 hanno usufruito di progetti domiciliari, 41 di inserimenti in Centri diurni, 160 in Residenza sanitaria assistita (35 persone non autosufficienti non hanno avuto accesso al fondo dedicato per questioni relative all’Isee).

“Il progetto, che è finanziato con fondi regionali per azioni innovative e sperimentali a integrazione dei percorsi assistenziali per la demenza, – si legge in una nota – si inserisce all’interno dei servizi cosiddetti a bassa soglia e alta capacità di contatto il cui valore aggiunto è rappresentato dall’importanza riservata all’aspetto di rete. Rispetto ai servizi formali quali Centri diurni e Residenze, permette una maggiore capillarità e aderenza al contesto locale specifico di riferimento, e valorizza le risorse non istituzionali e le iniziative comunitarie di prossimità a livello territoriale. L’obiettivo è anche rafforzare e estendere le reti di collaborazione tra soggetto pubblico e privato per favorire l’accesso dei cittadini a risposte graduate e coerenti con il bisogno di salute”.