Il Cardinale Ernest Simoni il 1 maggio alla parrocchia di San Giuseppe Artigiano

SESTO FIORENTINO – Il Cardinale Ernest Simoni, nella giornata di ieri, 1 maggio, dedicata a San Giuseppe Lavoratore, si è recato in visita alla parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Patrono titolare della parrocchia dove è stato accolto dal parroco padre Sebastian Soy, dai confratelli degli Oblati di San Giuseppe e dai fedeli. Erano presenti l’assessore […]

SESTO FIORENTINO – Il Cardinale Ernest Simoni, nella giornata di ieri, 1 maggio, dedicata a San Giuseppe Lavoratore, si è recato in visita alla parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Patrono titolare della parrocchia dove è stato accolto dal parroco padre Sebastian Soy, dai confratelli degli Oblati di San Giuseppe e dai fedeli. Erano presenti l’assessore Sara Martini, il personale del Commissariato della Polizia di Stato e i volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri e della Racchetta. La prima pietra della parrocchia di San Giuseppe Artigiano, infatti, istituita  l’8 dicembre 1962, venne posata il 19 marzo 1964 alla presenza dell’Arcivescovo di Firenze Cardinale Ermenegildo Florit. E il Cardinale Simoni, da quando risiede stabilmente nell’Arcidiocesi di Firenze, più volte ha visitato la Comunità di San Jacopo a Querceto, anch’essa affidata alle cure degli Oblati, dove ricoprì la carica di priore padre Eligio Bortolotti negli anni della Seconda guerra mondiale, di cui forte è ancora il ricordo tramandato nelle famiglie sestesi. 

“Porto volentieri il saluto dell’amministrazione comunale – ha affermato l’assessore Sara Martini – è un piacere accogliere ancora una volta nel nostro territorio il cardinale Ernest Simoni e la sua testimonianza che non è solo testimonianza di fede ma è testimonianza civile. La sua vita, provata da lunghi anni di persecuzione, prigionia, lavori forzati ci sprona in ogni situazione a scelte coraggiose e azioni coerenti con il rispetto della vita umana e della sua dignità”. Ha poi aggiunto Martini: “La festa dei lavoratori che celebriamo oggi ha senso solo se ripartiamo dal valore del lavoro come strumento di promozione umana. Solo se diventa riflessione e impegno per dare voce ai più deboli, per combattere le disuguaglianze, per avere cura degli ambienti di lavoro e delle nostre relazioni, per investire in sicurezza e formazione. Grazie per questa occasione di incontro e condivisione con la comunità che porta il nome proprio di San Giuseppe lavoratore, artigiano per eccellenza”.

Il Cardinale con queste parole ha ricordato la figura di San Giuseppe: “Con grande gioia, in questa terza domenica di Pasqua, in speciale giorno dedicato a San Giuseppe Lavoratore, sono giunto nella vostra Parrocchia dedicata proprio al padre terreno di Gesù, chiamato nel Vangelo “il figlio del carpentiere” o “del legnaiolo”. Il figlio putativo San Giuseppe è patrono Universale della Chiesa per volere di Papa Pio IX, patrono dei moribondi, delle anime purganti e dei lavoratori, titolo attribuitogli da Papa Pio XII nel 1955 il quale istituì questa memoria liturgica nel contesto della festa dei lavoratori, universalmente celebrata il 1 maggio di ogni anno. In San Giuseppe si riconosce la dignità del lavoro umano, come diritto, dovere e perfezionamento dell’uomo, servizio alla comunità, contributo al piano della salvezza, poiché anche il lavoro umile, può rendere l’uomo partecipe al progetto divino di salvezza. Il Vangelo conferisce al “Falegname di Nazareth” l’appellativo di Giusto. Nel linguaggio biblico è detto “giusto” chi ama lo spirito e la lettera della Legge, come espressione della volontà di Dio”.

Il Porporato, prima di lasciare la parrocchia, ha pregato per tutte le vittime del lavoro e per coloro che non hanno una occupazione lavorativa sostato in preghiera ai piedi della grande statua in terracotta raffigurante San Giuseppe mentre si riposa dal lavoro, opera del maestro ceramista e scultore Emilio Mancinelli. Ha poi pregato ai piedi della “Madonna del Fisso” affidandogli le intenzioni dei fedeli in modo particolare per la pace nel mondo e nella martoriata terra di Ucraina. La preziosa immagine mariana in ceramica robbiana fu ritrovata nella prima metà del ‘700 da un contadino il quale arando il campo di proprietà della Famiglia Fissi, urtò con l’aratro oggetto duro ed i buoi non potevano andare avanti. Guardando meglio l’ostacolo, ritrovò una grossa cassa in legno e quando fu aperta trovarono dentro l’immagine della Madonna con tutta la sua edicola sulla quale spiccava l’anno di fattura: 1926, la quale fu poi collocata in via delle Rondini e a seguire nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano, per desiderio del primo parroco padre Giuseppe Lano, opera d’arte tanto studiata ed amata dallo storico sestese Renzo Luigi Arrighetti.