Il Cardinale Simoni in visita alla parrocchia di San Cresci. E anche l’Albania e Campi Bisenzio sono più “vicini”

CAMPI BISENZIO – Il Cardinale Ernest Simoni, nella quarta domenica di Pasqua, si è recato in visita alla parrocchia di San Cresci a Campi Bisenzio, accolto dal parroco don Michele Scudiero e dai fedeli oltre a tati albanesi residenti nella provincia di Firenze. Un appuntamento a cui erano presenti il personale della Polizia Municipale campigiana, […]

CAMPI BISENZIO – Il Cardinale Ernest Simoni, nella quarta domenica di Pasqua, si è recato in visita alla parrocchia di San Cresci a Campi Bisenzio, accolto dal parroco don Michele Scudiero e dai fedeli oltre a tati albanesi residenti nella provincia di Firenze. Un appuntamento a cui erano presenti il personale della Polizia Municipale campigiana, i fratelli e sorelle della Misericordia di Campi Bisenzio – sezione di San Piero a Ponti e i soci dell’associazione La Racchetta. Il Cardinale ha assistito alla celebrazione eucaristica animata dalla corale parrocchiale, soffermandosi a lungo in preghiera ai piedi dell’immagine della Madre del Buon Consiglio custodita all’interno della chiesa dalla fine del ‘700, così come ha ricordato il professor Franco Masi, che in questi anni ha condotto approfonditi studi sulla memoria storica “dell’antica devozione alla vergine Madre del Buon Consiglio venerata dal popolo di San Cresci a Campi”, dei quali studi ha consegnato una copia al Cardinale.

Il popolo Schipetaro, infatti, è fortemente legato alla Madre del Buon Consiglio, poiché la “Signora d’Albania” come comunemente viene chiamata è patrona del “Paese delle Aquile”, la cui nazione e il popolo dal 1943 sono consacrati proprio al Cuore Immacolato di Maria.

“Ringrazio il Signore, per avere visitato questa comunità parrocchiale, accolto da tanti fedeli provenienti anche dall’amata Albania. Insieme abbiamo potuto ricordare e pregare la Santissima Madonna con il titolo di Mater Boni Consilii (Madre del Buon Consiglio) ben conosciuta nel Lazio e in Italia, la cui immagine fu ritrovata Il 25 aprile 1467 festa di San Marco nel Santuario di Genazzano, a sud di Roma, dove è custodita e la cui devozione è stata poi propagata nei secoli dai padri agostiniani, custodi del Santuario meta di tanti pellegrini, in modo particolare dei fedeli albanesi che ogni anno in queste settimane visitano e pregano ai piedi della Vergine”.

Secondo la leggenda, infatti, il dipinto sarebbe stato trasportato miracolosamente dagli angeli dalla Cattedrale di Santo Stefano a Scutari, per così sottrarlo ai turchi che stavano invadendo e assediando l’Albania. Proprio in quella Cattedrale distrutta prima dai turchi, poi ricostruita e nuovamente distrutta durante il dominio comunista in Albania, infine ricostruita nuovamente negli anni ’90, “ormai 66 anni ricevetti l’ordinazione presbiterale. Durante la mia prigionia costantemente pregavo recitando il Santo Rosario, i poliziotti che mi sorvegliavano, – ha concluso il Cardinale Simoni – vedendomi muovere la bocca dicevano che ormai ero impazzito credendo che parlassi da solo e invece pregavo con tutto me stesso affidandomi alla Santissima Madonna. La preghiera mi ha aiutato, da questa è scaturita la forza per sopravvivere ogni giorno. Recitiamo il Santo Rosario ogni giorno nelle nostre famiglie ancor più in questo speciale mese di Maggio dedicato a Maria affidiamoci a lei con una delle più antiche preghiere a lei dedicate: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta”….”.