Il Diario della Prof. “Gli amici non ti lasciano mai” (13)

CALENZANO – La malinconia, la distanza, il tempo “sospeso” che diventa mobile (a volte movida), le nuove regole, e gli amici, quelli veri quelli che “non ti lasciano mai” anche quando sei tu a lasciarti andare: ecco una nuova pagina del Diario della prof. Insieme a Meri Coscarelli incontriamo vecchi e nuovi amici. Oggi è […]

CALENZANO – La malinconia, la distanza, il tempo “sospeso” che diventa mobile (a volte movida), le nuove regole, e gli amici, quelli veri quelli che “non ti lasciano mai” anche quando sei tu a lasciarti andare: ecco una nuova pagina del Diario della prof. Insieme a Meri Coscarelli incontriamo vecchi e nuovi amici.

Oggi è “uno di quei giorni in cui ti prende la malinconia e fino a sera non ti lascia più”. E no: questo no! Però quando vorresti fare mille cose e dei dolori non te lo permettono, la tua positività si rinchiude, da sola, in un cassetto. Ora ci si mette anche il computer: anche “no”!
Sorrido! Il mio riconquistato ottimismo mi supporta: meno male! “Tristezza, per favore vai via; tanto tu in casa mia non rientrerai più!”
“Grande, Mery! Così ti voglio!” Ma chi è? È la parte di te che ti vuole più bene e che ti sprona a mandar via i cattivi pensieri e le persone idem! Tutti fuori da casa mia e dalla mia vita: che bello!! Del resto le famose pulizie pasquali non sono passate di moda. Ed è bene farle dentro e fuori.
Allora, ragazzi: come procede? È un maggio diverso dal solito, vero? Però sembra che la situazione stia migliorando! Ma ci pensate: da lunedì siamo “liberi”. Addirittura hanno mandato in pensione le Autocertificazioni? Incredibile! Vi raccomando: conservatele tutte! Un giorno saranno reperti storici.
Comunque, vi dico cosa penso: io se non ho urgenza non esco e, quando lo farò, sarà con mascherina e guanti sempre in tasca. Viviamo in democrazia, vero? Voi che ne pensate?
Nei miei giorni casalinghi quanti amici mi hanno pensato: che meraviglia!!! Voglio farvi leggere le parole di Maria Stella, ex alunna che ha onorato il tempo trascorso insieme; diplomata l’anno scorso nel mese di giugno. Continuare con quelle di Lucia, la mamma di Luca, che avete avuto modo di apprezzare su queste pagine. Come si fa a dire no a una mamma che si ricorda sempre e con piacere di noi?
Eppoi, che sorpresa e gioia immensa, il nostro Angelo (di nome e di fatto), mitico tecnico con cui ho avuto la fortuna (e non solo io!) di lavorare i miei primi anni al Calamandrei. Eccoli qui. Le loro parole non sono in ordine di importanza: assolutamente no! Leggetele con attenzione. Anche queste vi riempiranno cuore e anima. Ne sono certa. I miei giorni di collaborazione stanno finendo, ma ho ancora qualcosa di cui parlarvi. Per questo: mettetevi comodi, buona lettura e ci sentiamo nei prossimi giorni.
Con cariño
vuestra profesora

La storia di Maria Stella

“Prima solo all’idea di stare rinchiusa in casa per più di due giorni mi faceva star male, ma ora è già più di 20 giorni che sono a casa e mi sono quasi abituata a questa mia nuova routine. Ho imparato a vedere questa nuova situazione difficile con occhi diversi e a tirarne fuori gli aspetti positivi. Continuo la mia vita anche se in isolamento: seguo le lezioni dell’università, studio, leggo, mi rilasso, coltivo le mie passioni e trascorro tempo prezioso con la mia famiglia.
In questo periodo ho molto tempo per riflettere e pensare. A volte la mia mente mi porta indietro nel tempo: mi ritrovo a ricordare i momenti passati al liceo, sia quelli belli che quelli meno belli e, soprattutto, a ricordare la maturità. Un momento di emozioni indescrivibili, che ha segnato la fine di un percorso e l’inizio di un altro. Per me, il liceo è stato l’ultima “oasi di pace”, come ci diceva sempre lei, cara prof, perché poi col tempo le cose cambiano e si inizia a vivere nel cosiddetto mondo degli adulti.
Al Liceo ho passato dei momenti indelebili che porterò sempre con me: gli innumerevoli film visti durante le lezioni di inglese, le canzoni ascoltate l’ultimo giorno di scuola, l’ansia avuta prima di ogni interrogazione di filosofia, le poesie analizzate in classe e l’ultima settimana a tema della quinta. Questi sono solo alcuni dei bei ricordi che ho del liceo, perché se dovessi elencarli tutti non basterebbe un libro intero.
Ovviamente ci sono stati anche momenti meno piacevoli (che non sto qui a rammentare), ma che mi hanno aiutata a crescere, a vedere le cose in modo diverso e mi hanno reso la persona che sono adesso.
Ragazzi, godetevi i vostri anni delle superiori, per i problemi c’è ancora tempo!
Maria Stella Borova”

La storia di Lucia

Un’altra domenica a casa. Questo 2020 ci ha sorpreso in modo devastante e ci ha costretto a una quarantena pesante da vivere, ma come sempre in tutti i momenti bui brilla sempre qualche luce: le amicizie.Leggendo le pagine di questo diario mi è venuta voglia di partecipare a questi incontri di penna, si sarebbe detto un tempo, così l’ho contattata eppoi ho cominciato a buttar giù qualcosa.Sono la mamma di un ex studente di questo liceo, maturatosi, ormai, due anni fa. Grazie a lei, ha potuto appassionarsi allo spagnolo, che inizialmente non amava. Ha potuto sperimentare stupende esperienze all’estero, che rimarranno per sempre dentro di lui. Ha imparato ad indossare abiti da uomo, visto che nelle scuole all’estero gli studenti portano completo nero, camicia bianca e cravatta. Ha imparato ad essere disinvolto all’interno di un aeroporto. Ora frequenta l’università , tutto bene e tutto nella normalità, fino a che Covid non ha sconvolto anche la sua esistenza, congelando tutti gli affetti e tutti gli impegni. Fortunatamente questi giovani, oggi, possono vedersi e comunicare attraverso Skype, noi avremo fatto una quarantena ben più dura!!! Mi sono resa conto di aver scritto tanto. Concludo dicendoti, ancora: grazie per il passato, ma, soprattutto, per il presente, che ti vede mia amica. Persona vera e sincera, che stimo e alla quale sono molto
affezionata.
Lucia Colombini”

La storia di Angelo

Il Calamandrei, per me, come per tutti noi che eravamo precari e lontani dai nostri cari, era una seconda casa, un luogo dove lavorare, sicuramente, ma anche dove condividere aspettative, momenti di gioia come momenti di sconforto. Ricordo quando con te e Roberto tentavamo di riprendere e registrare le attività che avevi preparato con i ragazzi e che dovevate presentare in Aula Magna. Stavamo lavorando, ma in quel momento si stava rafforzando un’amicizia e adesso lo ricordo con grande piacere. Ho tanti, tantissimi ricordi e mi piace raccontarli a mio figlio, perché capisca che bisogna vivere, perché tutti e tutto ci lasciano un segno, che sia positivo o negativo, lo lasciano e ci fanno crescere… E non c’è età in cui non si impara qualcosa dagli altri, dal vissuto.
Angelo Esposito”