Il diario della prof. Meri Coscarelli racconta un 1 Maggio insolito e la storia di Luca (10)

CALENZANO – Più che insolito, sospeso. Anche questo Primo Maggio è stato “sospeso” come tutto in questo anno dominato dall’emergenza sanitaria, da una nuova paura che ci coinvolge tutti e che sembra uscita da qualche film o da qualche libro. Ma è reale. Di questo Primo Maggio “insolito” o imprevisto o sospeso ne parla Meri […]

CALENZANO – Più che insolito, sospeso. Anche questo Primo Maggio è stato “sospeso” come tutto in questo anno dominato dall’emergenza sanitaria, da una nuova paura che ci coinvolge tutti e che sembra uscita da qualche film o da qualche libro. Ma è reale. Di questo Primo Maggio “insolito” o imprevisto o sospeso ne parla Meri Coscarelli con un’altra pagina del suo diario, il diario della prof e il ricordo di un allievo del Calamandrei che oggi studia altrove.

“Semplicemente: grazie, di cuore. Grazie, per tutte le affettuose parole che ho ricevuto. Mi avete riempito il cuore. Mi è piaciuto molto scrivere del mio passato, perché, per me, il ricordo è la forma più bella di poesia.
Fra tutto gli sms che ho ricevuto ve ne voglio fare leggere solo uno. Si commenta da solo! ‘Condivido in assoluto! Guardo al passato con un misto di gioia e nostalgia e ci trovo rifugio e consolazione nei momenti difficili. Non è così per tutti, io considero un privilegio poter guardare indietro e vedere solo cose belle e quelle meno belle (che inevitabilmente ci sono) rimangono sfumate, quasi una impalpabile cornice ad un quadro che riguardo con occhi sempre nuovi e pieni d’affetto.  Grazie, Daniela. Semplicemente: grazie di cuore.
Oggi é il 1 Maggio. Festa dei Lavoratori. Il Corona ha fermato tutto. Anche il Concerto in piazza San Giovanni, a Roma. Che tristezza! Ma siamo italiani: non gli diamo questa soddisfazione. Che bello! Mi posso godere alla TV: Primo Maggio Musica per l’Italia.
Lo Stato Sociale, da Bologna, ci fa ascoltare “Una vita in vacanza” e “Ti posso offrire il pane”. Un sogno la prima. Pura solidarietà la seconda.
Irene Grandi canta in una Piazza Signoria all’imbrunire: splendida. Ma vuota. Via dei Calzaiuoli: mai vista così. Spero, anche, che sia l’ultima volta. Che torni presto a brulicare di vita. Questo deserto fa impressione. Fa paura. Sicuramente sarà emozionante vederla con le immagini del drone. Le sue vie vuote. La sua storia senza smog. Le sue statue che continuano a parlare tra di loro. Nel silenzio, provocato dall’assenza, riescono a comunicare anche i 2 David: dal Piazzale fino alla porta del Comune di Firenze. Felici del sole degli ultimi giorni. Un po’ burlone verso la terza, che si sente la più importante, ma costretta alla solita stanza. Alla solita coda. Alla solita vita.
Oggi ho dato un’occhiata, diciamo la verità, quasi per caso, ai lavori dei miei ragazzi. Alessia, oggi è il 1 Maggio. La Festa dei Lavoratori. Come ti è venuto in mente di lavorare? Quasi quasi ti rimando indietro tutto. No! Non posso farlo! Anzi, brava! Ma non farlo più: le feste vanno santificate.
Sfoglio giornali. Ascolto alcuni programmi alla TV, che mi piacciono particolarmente. Quanta generosità ci raccontano ogni giorno. Come quella del tassista spagnolo che ha accompagnato “gratis” una studentessa italiana, che si trovava in Erasmus in terra ispanica. Madrid-Verona: 3000 km, 3 frontiere, la paura di non poter arrivare nella città di Romeo e Giulietta. La città di questa studentessa, che non dimenticherà mai questo bellissimo gesto di solidarietà. Anche il tassista spagnolo non potrà dimenticare. Glielo ricorderà la sua nuova famiglia. Tutta italiana. Ora, invece, la storia è di un incredibile ragazzo, con cui ho, fra l’altro, avuto la fortuna (bisogna conoscerlo per capire quanto sia vera questa mia affermazione) di fare, anche, 2 indimenticabili scambi: Sydney e Columbus. Sono stati 2 incredibili gruppi. Vanto e orgoglio di noi prof. Vero, cara Rosina? Quanto ci manchi. Quanto mi manchi.
Caro Luca, sono due anni che hai lasciato i banchi del Calamandrei. Invidio i tuoi prof universitari.
“È senza dubbio un periodo particolare per tutti noi; siamo passati da un giorno all’altro dai ritmi frenetici della società moderna allo stare “reclusi” in casa per la maggior parte della nostra giornata. È un momento in cui sicuramente ognuno di noi ha la possibilità di concentrarsi maggiormente su se stesso, di farsi domande, di dedicarsi a degli interessi personali che normalmente non avrebbe mai coltivato.
Faccio l’università e dunque la maggior parte del mio tempo è dedicato a seguire le lezioni e allo studio autonomo sui manuali. La didattica a distanza, a mio parere, sostituisce in maniera ottima le lezioni accademiche classiche; mi permette di essere in pari con gli argomenti e non avendo le distrazioni provenienti dagli altri studenti seguo con più attenzione ciò che viene detto. Tuttavia, mi viene da riflettere sulla didattica a distanza a livello liceale e in particolare penso ai ragazzi che questo anno dovranno affrontare la maturità in una maniera del tutto diversa. La quinta liceo è un anno incredibile, pieno di emozioni, di risate, di ansia e immagino il dispiacere dei ragazzi di non poter condividere tutto ciò con i propri compagni di classe. Mi fa sorridere immaginare come alcuni miei ex professori, i quali diciamo, non erano molto competenti nel campo tecnologico, si possano essere attrezzati per proseguire lo svolgimento delle lezioni. È una situazione difficile per chiunque, ma ne usciremo sicuramente più forti e consapevoli di prima, con una concezione diversa di ciò che ci circonda, più maturi. E mentre rifletto su questo duro periodo di privazioni e sui miei anni al liceo, non posso che ricordare i fantastici viaggi che ho avuto la possibilità di fare: in particolare lo scambio linguistico in Australia nell’estate tra la seconda e terza liceo, e lo scambio negli Stati Uniti l’estate successiva. Sono state due esperienze fantastiche che ricorderò per sempre, che mi hanno permesso di vedere posti incredibili, di conoscere nuove culture e di migliorare le mie conoscenze della lingua inglese. Ricordi indelebili che porterò per sempre con me e che un giorno spero di rivivere, tornando in quei fantastici luoghi”.
Ma che bella storia. Grazie a Luca Colombini. Grazie ai suoi compagni di classe. Ci hanno regalato belle soddisfazioni. Anche questo è scuola. Meri Coscarelli”.