Il fascino di Klinger nella mostra “Incubi nordici e miti mediterranei”

SESTO FIORENTINO – E’ vissuto a cavallo di un secono e ne ha assorbito i cambiamenti e le contraddizioni scegliendo la pittura e l’incisione come espressione per rappresentare i miti della sua terra, la Germania. Max Klinger nato a Lipsia nel 1857 ha raccontato quel mondo in movimento tra la terra e il cielo, tra […]

SESTO FIORENTINO – E’ vissuto a cavallo di un secono e ne ha assorbito i cambiamenti e le contraddizioni scegliendo la pittura e l’incisione come espressione per rappresentare i miti della sua terra, la Germania. Max Klinger nato a Lipsia nel 1857 ha raccontato quel mondo in movimento tra la terra e il cielo, tra i tormenti e i conflitti. Alle sue opere è dedicata la mostra nell’ambito di Alti e Bassi, allestita nei due luoghi espositivi cittadini: al Centro Berti e a La Soffitta di Colonnata. “Incubi nordici e miti mediterranei” è il titolo della mostra dedicata a Max Klinger e all’incisione simbolista mitteleuropea. In esposizione nei due luoghi circa 300 opere non solo dell’artista tedesco, ma anche di altri che hanno ruotato attorno a lui. Parte delle opere esposte fanno parte della Collezione Bardazzi che ha curato l’esposizione insieme a Giulia Ballerini e Maria Donata Spadolini.

“L’arte grafica di Klinger ha influenzato altri artisti e per questo abbiamo pensato di ampliare la mostra – dice Bardazzi – fino ad allore l’incisione era relegata. Molti artisti sono stati influenzati dal modo immaginifico di Klinger e così al Centro Berti sono stati collocati questi artisti conosciuti, mentre alla Soffitta si trovano anche opere di artisti meno noti”.

La mostra è realizzata dal Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti in collaborazione con il Comune e propone un’indagine sull’incisione simbolista mittelerupea attraverso una selezione consistente delle opere di Klinger.

“Non è solo una mostra dedicata a Klinger – dice Ballerini – è dedicata anche al pensiero filosofico. Nelle bacheche presenti al Centro Berti sono stati collocati i cicli di Klinger. L’artista tedesco ne produsse 14, in mostra ne abbiamo 9 preovenienti da collezionisti italiani. Klinger non è stato un narratore di storie, ma un creatore di immagini confuse. Pone più interrogativi che risposte e in questo possiamo dire che ha un taglio più contemporaneo. Ma questa mostra ha un valore pionieristico perchè è incentrata sull’influenza che Klinger ha portato nella cultura mitteleuropea”.

In totale sono 53 gli artisti presenti e solo due sono le donne pittrici che rientrano nell’esposizione. Perchè come ha ricordato Spadolini, non erano presenti donne artiste nel gruppo, per loro c’era una Scuola femminile.

La mostra, ha detto Francesco Mariani della Soffitta, è stata “realizzata con passione dai molti volontari che si sono messi a disposizione”. Un impegno ripagato dal piecere che si prova “viaggiando” all’interno dell’esposizione.

“Oggi la cultura è una battaglia durissima, ma fondamentale – dice il vicesindaco Lorenzo Zambini – e la cultura esposta è qualcosa di vivo che ci influenza e ci appassiona”.

La mostra “Incubi nordici e miti mediterranei. Max Klinger e l’incisione simbolista mitteleuropea sarà aperta dal 30 novmebre al 18 gennaio 2015 e si potrà visitare al Centro Berti di via Bernini dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19.30 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.30 e a La Soffitta all’Unione operaia di Colonnata in piazza Rapisardi dal martedì al sabato dalle 16 alle 19.30 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.30.

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