“Il libro del rifugio” – Cittadini e volontari. Per superare l’emergenza, per sentirsi “comunità”: ecco il loro racconto

CAMPI BISENZIO – Fra le tante belle storie che queste settimane assurde, per fortuna, ci hanno trasmesso, ci sono sicuramente quelle evidenziate dal mondo del volontariato. Sia che si parli di associazioni (protagoniste assolute in tutti i Comuni della Piana), sia che si parli di “semplici” cittadini. Come è stato per esempio a Campi, dove […]

CAMPI BISENZIO – Fra le tante belle storie che queste settimane assurde, per fortuna, ci hanno trasmesso, ci sono sicuramente quelle evidenziate dal mondo del volontariato. Sia che si parli di associazioni (protagoniste assolute in tutti i Comuni della Piana), sia che si parli di “semplici” cittadini. Come è stato per esempio a Campi, dove “l’esercito” di volontari, così come lo ha definito il sindaco Emiliano Fossi, circa duecento persone, si è mosso subito compatto per dare una mano alla cittadinanza. E quando ad alcuni di loro ho chiesto di raccontarmi cosa li ha spinti a “buttarsi” in questa avventura, devo dire che nei loro messaggi sono stati un po’ “lunghini”. Ma, al tempo stesso, sono stati messaggi che hanno trasmesso appieno le loro emozioni e la loro voglia di mettersi al servizio del prossimo. Così, di fronte alla mia indecisione se “tagliare” il loro pensiero o pubblicarlo integralmente, alla fine ha prevalso la seconda scelta. Magari il testo sarà un po’ più lungo del solito e chi non vuole leggerlo, sa come fare. Ma sa anche che si perde un bello “spaccato” delle nostre comunità, raccontato direttamente da chi – a Campi come negli altri Comuni – ha contribuito spesso a superare, per tanti, diverse difficoltà quotidiane. E contemporaneamente vuole essere un modo per ringraziarli tutti. Simbolicamente ma indistintamente. Buona lettura.

Mi chiamo David e abito a San Piero a Ponti. Volontario per la Protezione civile, tutto è iniziato dalla spesa solidale per le persone bisognose. Devo dire che è stata ed è tuttora una esperienza bellissima che mi ha fatto sentire parte di una comunità. Mi ha dato la possibilità di conoscere nuove persone unite per la stessa causa, cioè aiutare gli altri. Ho partecipato con piacere ad altri servizi organizzati dal Comune, come la distribuzione porta a porta delle mascherine e recentemente dei Pc e dei tablet alle famiglie bisognose. Sono stato a fare servizio a piedi presso i mercati ortofrutticoli, sempre nello spirito di aiutare la comunità. Ricordo con piacere la prima spesa che ho fatto intorno ai primi di marzo, è stata una esperienza unica. Ero nel panico e mi dicevo: adesso se non trovo le cose come faccio? Poi, leggendo la lista della spesa scritta a mano da una signora probabilmente anziana, ricordo di aver letto in fondo al foglio una frase che ha attirato la mia attenzione. Diceva: siete degli Angeli grazie, grazie, grazie. Volevo conservarlo quel foglio, ma non ho potuto. Il ricordo però mi rimarrà sempre impresso. In quei momenti ti senti fiero di aver fatto una buona azione. E’ una bella sensazione fare qualcosa per aiutare gli altri, questo ti motiva, ti gratifica e ti unisce di più alla comunità. Io cercherò di esserci sempre finché potrò, grazie, grazie, grazie per queste opportunità.
David Coro

“Che cosa è per te il volontariato?” Il volontariato è parte integrante della mia vita ormai da diversi anni, essendo parte dell’associazione culturale “LaPehoraNera”. Ma in questo periodo, in questi mesi così difficili, ho sentito la spinta per dare, nel mio piccolo, ancora di più. Come associazione abbiamo partecipato a tutte le iniziative che sono state pensate: dalla spesa a casa per gli over 65, all’imbustamento e consegna, cassetta per cassetta, delle mascherine, al nostro “AiutaConUnQuiz”. La forza che mi spinge a fare tutto questo è, e non esagero, un qualcosa di “soprannaturale”: pensare che un mio piccolo, piccolissimo gesto possa essere utile ad aiutare altri è qualcosa che riempie, nel vero senso del termine. Penso ai sorrisi delle persone che vedono arrivarsi a casa la spesa; oppure penso alla sorpresa provata dalle tante associazioni che abbiamo aiutato con le nostre, piccole donazioni. Stiamo affrontando un periodo fuori dall’ordinario, un periodo di difficoltà, di solitudine. E sono sicuro che ognuno di noi ha fatto del volontariato. Sì, perché il volontariato è fatto di piccoli gesti: una telefonata ai nonni, una videochiamata con i figli o i genitori lontani, i dolci “mandati” a domicilio, i fiori, un semplice messaggio che ti faccia capire “ci sono”. “Che cosa è per te, quindi, il volontariato?” Forse, il gesto più semplice che uno possa fare. Per me, il volontariato, è un sorriso, nella consapevolezza che non si è mai soli.
Alessio Frasconi

Abbiamo due mani, una per ricevere e una per dare. Questo è sempre stato, e lo è ancora, il mio pensiero. Alle inutili e sterili polemiche e al lamento sulle cose che non funzionano, ho sempre preferito contrapporre il “fare qualcosa di concreto”. Faccio parte di una comunità che può funzionare solo laddove ogni singolo si adopera per essa. E poi c’è l’aspetto puramente “egoistico”; fare volontariato mi fa sentire una persona migliore. Nel corso della mia vita ho sempre partecipato in forma attiva nei modi e nei tempi che potevo a tutte le forme di volontariato che mi si sono presentate e ne sono orgogliosa. Ed è quello che ho insegnato ai miei figli e ne sono ancor più orgogliosa.
Cinzia Danti

Questa esperienza è stata molto positiva, la sto facendo tuttora con “piacere” per cercare di dedicarle più tempo possibile. Certo, è stata una scelta dettata anche dal fatto che in questo periodo non sto lavorando e mi sono detta, perché no? Mi sono voluta dedicare al paese in cui vivo, l’avevo un po’ “perso”. Il volontariato è sempre stato un mio obiettivo, la situazione non era e non è certo delle migliori ma mi ha dato una grande spinta aiutare chi non era in grado di fare le cose di tutti i giorni che nella normalità sembrano banali e che invece non lo sono state più. Sono mamma, due figli grandi, quindi autonomi, questa esperienza di ha permesso di conoscere molte persone ed è stata una delle cose che mi ha fatto più piacere. Ho sempre vissuto a Campi e ultimamente mi ero “chiusa” troppo nel mio mondo mentre la vita può metterti di fronte a situazioni estreme, che non si immaginano nemmeno. Stare insieme agli altri è stato il modo migliore per sdrammatizzare tutto quello che stiamo vivendo. Quello che è stato fatto, è stato fatto sempre bene.
Valentina Fratini

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