“Il libro del rifugio” – Cos’è il genio? Insieme all’amicizia due vaccini senza tempo

PIANA FIORENTINA – Ci sono i giorni in cui le notizie e le storie da raccontare fioccano. E ci sono giorni, come inevitabilmente è la domenica, in cui tutto tace. O quasi. Taceva prima e tace ora più che mai. Preoccupante per chi fa questo mestiere, anche perchè non sempre le idee per scrivere e […]

PIANA FIORENTINA – Ci sono i giorni in cui le notizie e le storie da raccontare fioccano. E ci sono giorni, come inevitabilmente è la domenica, in cui tutto tace. O quasi. Taceva prima e tace ora più che mai. Preoccupante per chi fa questo mestiere, anche perchè non sempre le idee per scrivere e “inventarsi” qualcosa sono così repentine. Poi, proprio come è successo ieri, nel giro di pochi minuti, ne arrivano due in rapida successione. Prima, sfogliando la cronaca di Roma de “Il Messaggero”, un articolo in cui l’autore, il regista e scrittore Enrico Vanzina, paragona – giustamente – l’amicizia a un vaccino senza tempo. E, subito dopo, un’immagine inviata dal nostro fotografo Roberto Vicario che riassume in poche, ma significative, parole questo periodo: “Almeno di testa si può uscire?”,con un gigantesco punto interrogativo, scritta in questo caso su un “lenzuolo” appeso al balcone di una casa. Anche il genio, mi sia consentito, un vaccino senza tempo. Essenziali entrambi, l’amicizia e il genio, nei giorni del virus. Due sicurezze in questi momenti di incertezza. Non a caso, vivono entrambi di totale immaterialità: si può essere amici senza chiedere mai niente in cambio all’altro. Senza dover condividere per forza le stesse idee o le stesse situazioni sociali. Ma soprattutto sapendo di poter contare sempre e ugualmente su qualcuno, magari anche dopo mesi di silenzio reciproco. E poi c’è il genio, quello che o ce l’hai o non ce l’hai, come la simpatia, è qualcosa di innato e non esistono vie di mezzo, non si inventa sul momento. E le forzature risultano sempre particolarmente brutte. Ecco quindi che il “lenzuolo” appeso al balcone, una scritta che è un lampo nel buio così come lo era una giocata di Adrian Mutu quando vestiva la maglia della Fiorentina, ti fa tornare subito il sorriso. Magari un sorriso amaro, che racchiude tutto quello che ci circonda. Ma è già un primo passo per andare avanti. D’altronde cos’è il genio? E’ fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione, per citare una celebre battuta di “Amici miei” di monicelliana memoria. Oppure, se vogliamo volare un po’ più alto, ricordando in questo caso Geroge-Louis Leclerc, matematico e scrittore vissuto nell’arco del 1700, “il genio non è altro che una grande attitudine alla pazienza”. Ma poi ci fermiamo qui, di pazienza in questa quarantena ne abbiamo già messa abbastanza…

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