“Il libro del rifugio” – La generosità dei sammoresi, la tombola in terrazza a Campi e a Calenzano

PIANA FIORENTINA – C’è la sindrome di Stendhal (di cui tutti conosciamo il significato). E c’è la sindrome di Burnout (meglio conosciuta come sindrome di esaurimento emotivo). E poi ci sono la sindrome da “allarmismo sui social” e la sindrome “da sceriffo”, che ancora non hanno un nome ma per le quali si potrebbe lanciare […]

PIANA FIORENTINA – C’è la sindrome di Stendhal (di cui tutti conosciamo il significato). E c’è la sindrome di Burnout (meglio conosciuta come sindrome di esaurimento emotivo). E poi ci sono la sindrome da “allarmismo sui social” e la sindrome “da sceriffo”, che ancora non hanno un nome ma per le quali si potrebbe lanciare un concorso di idee. Due fenomeni, questi ultimi, a cui personalmente ho sempre preferito la sindrome del fare. In ogni ambito della nostra vita quotidiana. Anche per chi scrive e ha l’opportunità di poter raccontare quello che sta succedendo in queste settimane. Già, perché senza voler assolutamente minimizzare questo periodo “terreo”, allarmisti (all’eccesso) e “sceriffi”, per quanto mi riguarda, lasciano il tempo che trovano. Preferisco concentrare la mia attenzione su chi trasmette – e non sono pochi per fortuna – energia positiva, per superare insieme l’ostacolo che abbiamo di fronte a noi. Sia che si tratti di affrontare, nonostante tutto, la quarantena con il sorriso; sia che ci si rimbocchi le maniche per aiutare chi se la passa peggio di noi. E così ben vengano le tombole fatte di balcone in balcone e il pranzo della domenica condiviso, come avviene in via del Ghirlandaio a Campi o nella zona del Nome di Gesù a Calenzano. E per Pasqua, complice anche il bel tempo, naturalmente si ripete. E pazienza se questa volta, invece che con la gita fuori porta, si festeggerà dentro la porta (di casa). E ben venga la generosità, come quella degli abitanti di San Mauro per esempio, che hanno risposto all’appello lanciato dal loro parroco, don Robert, per aiutare alcune famiglie del paese e hanno letteralmente “invaso” le ceste lasciate fuori dalla parrocchia di generi alimentari di prima necessità. Che adesso saranno consegnati grazie ad alcuni volontari. La sindrome del fare, quella che ci piace di più e della quale non mi stancherò mai di scrivere.

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