“Il libro del rifugio” – La magnolia, “Libera” e quella Primavera che non si arrende

CAMPI BISENZIO – Il 21 marzo è ufficialmente il primo giorno di Primavera. Una Primavera decisamente anomala quest’anno, se non dal punto di vista climatico, con belle giornate e un sole che riscalda il cuore. Un periodo di “rinascita” per ognuno di noi o almeno quella è la speranza. Primavera che è la stagione delle […]

CAMPI BISENZIO – Il 21 marzo è ufficialmente il primo giorno di Primavera. Una Primavera decisamente anomala quest’anno, se non dal punto di vista climatico, con belle giornate e un sole che riscalda il cuore. Un periodo di “rinascita” per ognuno di noi o almeno quella è la speranza. Primavera che è la stagione delle magnolie, perché quando fioriscono le prime, vuol dire che è arrivata davvero. E non a caso il 21 marzo era, anzi è anche la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia”. L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente mai pronunciare il suo nome. Così dal 1996, ogni anno, una città diversa scandisce un lungo elenco di nomi, scandisce, in quello che è un rosario civile, “la memoria che si fa impegno quotidiano”. E la magnolia è diventata il simbolo della lotta alla mafia, lo stesso albero che si trovava davanti alla casa di Giovanni Falcone. Una giornata che a Calenzano prevedeva diverse iniziative e che invece si sta svolgendo gioco forza solo virtualmente. Proprio per non disperdere lo spirito che la caratterizza. Virtualmente ma fattivamente, perché all’iniziativa organizzata da “Libera”, al “racconto di memoria collettiva che vuole far sentire ai familiari delle vittime di mafia la speranza in questo momento così difficile per il paese”, la giunta calenzanese ha detto subito di sì. In che modo? Con i loro volti e un “cartello” su cui è scritto il nome di alcune di queste vittime. E un video che vi facciamo vedere anche noi. Persone, le vittime di mafia, che hanno pagato con la vita, fra le altre cose, per la loro rettitudine morale. Quella rettitudine che adesso serve come il pane e che non dovrà mancare neanche nelle prossime settimane. Da parte di tutti.

(Si ringrazia Alessandro Casini per la collaborazione)

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