“Il libro del rifugio” – “Pronto, Caritas?”, “Ciao, come stai?”: un aiuto al telefono per chi è solo

FIRENZE – A volte basta una semplice domanda, fatta di poche parole , per veder tornare il sorriso nelle persone, in ognuno di noi: “Ciao, come stai?”. Tre parole che hanno il “sapore” dell’attenzione, di interesse verso l’altro, a maggiore ragione in questo periodo in cui spesso è la solitudine ad avere il sopravvento. Senza […]

FIRENZE – A volte basta una semplice domanda, fatta di poche parole , per veder tornare il sorriso nelle persone, in ognuno di noi: “Ciao, come stai?”. Tre parole che hanno il “sapore” dell’attenzione, di interesse verso l’altro, a maggiore ragione in questo periodo in cui spesso è la solitudine ad avere il sopravvento. Senza contare poi che ci sono davvero tante persone che questa lunga quarantena la stanno affrontando da sole. Fa piacere, quindi, leggere dell’ultima iniziativa della Caritas, di Caritas Firenze in collaborazione con la Fondazione Solidarietà Caritas Onlus, che ha attivato un numero di telefono proprio con l’obiettivo di dare un sostegno di vicinanza telefonica. Il numero (05546389279) è attivo da lunedì scorso, 20 aprile, e fra i sostenitori c’è anche Cesare Prandelli, ex Ct della Nazionale italiana di calcio ma soprattutto ex allenatore della Fiorentina, a conferma di un amore verso la città che non è mai calato. “Un ascolto – spiegano dalla Caritas – che vuole essere un’opportunità per entrambe le parti per condividere ansie, preoccupazioni ma anche per raccontarsi”. #CIAOCOMESTAI. Pronto Caritas? Noi ti ascoltiamo: questo lo slogan dell’iniziativa. Già perchè il Covid-19 non ha fatto emergere solo nuove fragilità e povertà materiali, su cui Caritas è in prima linea, ma anche il bisogno di una parola di conforto. Di un sorriso che può passare da un filo del telefono. E’ nata così l’idea di promuovere un servizio attivo sette giorni su sette, dove a rispondere saranno, dalle proprie case, un gruppo di dieci volontari che si alterneranno nell’ascolto. A scendere in campo, volontari di ogni età, formazione ed esperienze di vita diversa. Ma tutti uniti dal desiderio di mettersi in gioco. Perché in alcuni casi, anzi in molti casi, darsi una mano al tempo del virus si può davvero. Ed è questa la “lezione” che tutti noi stiamo imparando in questi giorni estremamente complicati.