“Il libro del rifugio” – Una sfida da vincere: alla Rsa di San Mauro le mascherine sono fatte in proprio

SIGNA – Una sfida da vincere. Come avrebbe voluto chi fece di tutto per farla nascere e nel 1989 vide coronato il suo sogno. A San Mauro a Signa c’è una Rsa che può essere considerata un modello nel settore. E che adesso “sta giocando” una delle partite più importanti della sua storia trentennale. Anche se […]

SIGNA – Una sfida da vincere. Come avrebbe voluto chi fece di tutto per farla nascere e nel 1989 vide coronato il suo sogno. A San Mauro a Signa c’è una Rsa che può essere considerata un modello nel settore. E che adesso “sta giocando” una delle partite più importanti della sua storia trentennale. Anche se non c’è dubbio che la “stagione” vissuta da queste strutture, sia pubbliche che private, non sia delle migliori. Non a caso, la Regione si è mossa subito per andare incontro a chi lavora e vive qui gli ultimi anni della propria vita, non solo a San Mauro naturalmente. Sia con la consegna (che dovrebbe essere settimanale) di mascherine e gel igienizzante, sia, come è stato nella giornata di ieri, incontrando le varie sigle sindacali della categoria. Intitolata a monsignor Olinto Fedi, nata da un’idea di don Armido Pollai, un prete che nei giorni dell’alluvione del 1966 si rimboccò le maniche, nel vero senso della parola, con i suoi parrocchiani per contribuire a far rinascere il paese. E che oggi, ne siamo sicuri, sarebbe in prima linea per combattere il Covid-19. Intanto, però, questa sfida c’è da vincerla ma soprattutto c’è da combatterla giorno per giorno. E’ stato chiuso il Centro diurno e momentaneamente anche l’accesso ai familiari degli ospiti della Rsa. E in attesa che arrivassero le mascherine della Regione, in un periodo di emergenza sanitaria ma anche di tensione emotiva, dove coraggio e senso del dovere si alternano e si mischiano con comprensibili timori, come ha spiegato il presidente Maurizio Bini, le prime “armi” per combattere il nemico sono state fatte in casa. Da tempo, infatti, la Rsa aveva a disposizione un consistente quantitativo di camici in tessuto non tessuto. Ancora confezionati, ancora da rinnovare. Così, una dipendente ha passato gran parte degli ultimi giorni a confezionare, utilizzando proprio questi camici, 500 mascherine fatte di sei livelli Tnt. “Mascherine – spiegano dalla Rsa – che sono state ideate e progettate dalla nostra carissima e preziosissima geriatra, la dottoressa Stefania Biondo“. Un bell’esempio, da parte di tutti coloro che lavorano all’interno della struttura. Un esempio che il “priore” avrebbe apprezzato. Anzi, probabilmente si sarebbe messo a fare mascherine anche lui. Per poi sorridere a tutti e incoraggiarli ad andare avanti.

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