SESTO FIORENTINO – Abbandono e degrado nel villaggio di via Leopardi al Neto. Con la chiusura del supermercato, gli ampi spazi del grande Peep (Piani per l’edilizia economica e popolare) che avevano riqualificato quell’area negli anni Ottanta, sono diventati inutilizzati e preda di balordi. “Con la chiusura del supermercato Coop il Neto non solo si è impoverito per la mancanza di negozi, ma è arrivato il degrado”, ribadisce un gruppo di residenti nella zona che hanno più volte sollecitato Coop e Comune affinché il Neto “non fosse dimenticato”. Basta fare un giro all’interno del villaggio dove i grandi condomini (600 appartamenti per circa 2mila famiglie) sono collegati con un sistema di percorsi, scale e scivoli, intramezzati da aree verdi e piazze, per vedere le tracce di chi la notte utilizza gli angoli seminascosti del villaggio per accendere fuochi, bivaccare e schiamazzare. I lampioni senza luce, le mattonelle della pavimentazione si muovono ad ogni passo, i ciuffi dell’erba spuntano incontrollati dalle grate degli scarichi, gli scalini rotti, mostrano il lato di degrado del villaggio.
Oltre al supermercato Coop che si è trasferito nell’area del Museo Ginori, altri negozi da tempo avevano chiuso e lasciato i fondi vuoti. Oggi gli unici presidi rimasti sono la farmacia e un bar che per fornire un servizio ai residenti ha anche una rivendita di alimentari. Ci sono ampie zone del villaggio senza illuminazione che aiutano chi la notte non ha buone intenzioni, mentre nell’area attorno al supermercato e sotto i portici troviamo spesso persone a dormire”. Si parla di intrusioni, furti, paura. Le tracce del passaggio di chi vive la notte in modo furtivo sono evidenti: ci sono graffiti sulle pareti, bottiglie vuote di birra lasciate sui gradini, rimasugli di fuocherelli accesi. Alcune di queste tracce compaiono anche sulle scale della futura uscita di sicurezza dello spazio per l’infanzia del Cappell’Ajo Matto dove in questi giorni stanno procedendo i lavori per aprire la struttura nei prossimi mesi. “Meno male riapre il nido – dice Mario Ciantelli – ma a fronte di questa apertura, ci sono le chiusure di negozi”.
Gli unici presidi rimasti sono un bar e la farmacia, oltre naturalmente al centro civico. E la sera la piazza del villaggio si riempie di bande di ragazzi, disperati alla ricerca di un riparo e chi vive di espedienti. Al parcheggio ogni tanto qualcuno prende di mira le auto in sosta. “Qualche esempio di cosa non va – dice Ciantelli – l’area per cani ha una siepe alta e molte persone evitano di portare l’animale perchè temono la presenza di balordi, il giardino della Resistenza a ottobre il Consorzio doveva ripiantare gli alberi tolti per i lavori al tubone e l’area dello skateboard p impraticabile per la melma”. “Il progetto era bello e innovativo all’epoca – dice Alighiero Biancalani – oggi dopo le varie chiusure e con l’ultima del supermercato la sera appena fa buio qui si esce con difficoltà. Abbiamo contattato Coop e Comune ma per ora tutto resta fermo così”. Il villaggio di via Leopardi intreccia proprietà condivise, ma nonostante qualche calo di manutenzione, fino allo scorso anno ha continuato ad essere animato. La chiusura del supermercato ha spento le ultime luci sul quartiere ora avvolto nel buio.