Il “Passatore” non c’è? E lui lo fa da solo, correndo i 100 chilometri tra Firenze e la Piana

CAMPI BISENZIO – Il “Passatore”, i fatidici 100 chilometri da Firenze a Faenza, non c’è a causa dell’emergenza sanitaria? E lui, proprio nel fine settimana in cui avrebbe dovuto svolgersi quella che, per chi ama la corsa, più che una gara è un appuntamento con la storia, 100 chilometri li ha corsi lo stesso. Roberto […]

CAMPI BISENZIO – Il “Passatore”, i fatidici 100 chilometri da Firenze a Faenza, non c’è a causa dell’emergenza sanitaria? E lui, proprio nel fine settimana in cui avrebbe dovuto svolgersi quella che, per chi ama la corsa, più che una gara è un appuntamento con la storia, 100 chilometri li ha corsi lo stesso. Roberto Sassetti, un po’ più grande di 40 anni, tesserato per l’Atletica Campi Run, è partito la mattina alle 6 da casa, nel centro di Campi, per farci ritorno dopo 11 ore e mezzo. Ma soprattutto dopo un percorso che lo ha portato a Signa, alle Cascine, passando dai Renai, Firenze Sud, allo stadio (“un passaggio di lì non poteva mancare”) per poi tornare a Campi, sempre via Cascine, Prato, Santa Lucia, Travalle, Calenzano e – finalmente – di nuovo Campi.

Undici ore, 28 minuti e 36 secondi il tempo impiegato per quella che è stata un’autentica sfida con se stesso. Una sfida intrapresa anche da tanti altri che, come lui, si erano iscritti nei mesi scorsi al “Passatore” e che gioco forza hanno dovuto rinunciare. C’è chi ha corso i 100 chilometri in staffetta, come per esempio hanno fatto due squadre sempre dell’Atletica Campi Run, con percorsi di 25 chilometri a testa, e chi, come Roberto, in Italia e all’estero, li ha fatti tutti da solo. Per dirla in numeri sono stati 1.819 i podisti che nell’ultimo fine settimana hanno voluto dire “Io c’ero”: 386 singoli e 1.433 in staffetta.”Nei mesi precedenti al Covid – racconta – ho fatto tanti sacrifici, sia per quanto riguarda gli allenamenti che dal punto di vista alimentare e sinceramente mi dispiaceva buttare tutto… alle ortiche”.

Nei mesi antecedenti al virus, infatti, prima si era allenato su distanze di 10-15 chilometri, poi aveva partecipato alla Maratona di Firenze e alla Ultramarathon “Terre di Siena” che si corre sulla distanza di 50 chilometri. Contemporaneamente aveva iniziato a “documentarsi” e a chiedere consigli – oltre che personalmente – sulla pagina Facebook “100 km di passione” che, come dice il nome, accomuna gli amanti di questa corsa.

E così, dopo due mesi di sosta forzata – a parte qualche allenamento in notturna quando c’era il permesso di potersi muovere nei pressi della propria abitazione – il 4 maggio Roberto ha ripreso a correre almeno tre volte la settimana. “All’inizio volevo fare il percorso classico della corsa, quello da Firenze a Faenza, poi avevo ripiegato su Viareggio, partendo da Campi, e infine ho deciso di fare questa “pazzia” tra Firenze e la Piana, con un percorso che mi permettesse di ripassare due o tre volte da casa in modo da fare quel “ristoro” che ovviamente lungo il tragitto non c’era”. Con sé aveva acqua e barrette energetiche, a Campi trovava crostata, frutta e riso in bianco: “L’ho mangiato camminando…”, per non fermarsi e dare continuità alla “gara”. “Ho sofferto tanto – racconta – e una volta arrivato a casa (con tanto di traguardo e accoglienza da parte della sua famiglia), ho pensato che non avrei mai più fatto niente del genere. Ma poi, ripensandoci a mente fredda, il giorno dopo, la soddisfazione per essere riuscito ad arrivare in fondo ai 100 chilometri è stata talmente tanta che sono già a programmare di farlo l’anno prossimo. Sperando che questa volta sia da Firenze a Faenza”.