Il Rotary Club Bisenzio Le Signe “a lezione” di flauto dal maestro Matteo Romoli

SIGNA – “il flauto, dalla passione alla professione”: questo il “leitmotiv” dell’ultimo incontro del Rotary Club Bisenzio Le Signe a Villa Castelletti a cui ha partecipato, per quella che è stata una vera e propria lezione-concerto, il flautista Matteo Romoli, introdotto ai presenti dal presidente del Club, Giancarlo Torracchi, e da Antonio Cambi, socio del […]

SIGNA – “il flauto, dalla passione alla professione”: questo il “leitmotiv” dell’ultimo incontro del Rotary Club Bisenzio Le Signe a Villa Castelletti a cui ha partecipato, per quella che è stata una vera e propria lezione-concerto, il flautista Matteo Romoli, introdotto ai presenti dal presidente del Club, Giancarlo Torracchi, e da Antonio Cambi, socio del Club. Una serata, quindi, all’insegna della bella musica quella che ha fatto trascorrere il giovane maestro Romoli che ha fatto della propria passione per il flauto, iniziata da giovanissimo ascoltando i concerti di Severino Gazzelloni, una professione. Oltre a una laurea magistrale in lettere ha percorso infatti tutto il cammino musicale sino a conseguire la laurea in flauto, in didattica dello strumento e in musica da camera. Insegna flauto presso il liceo musicale “Cicognini-Rodari” di Prato.

Durante la lezione-concerto il maestro Romoli ha affrontato numerosi argomenti inerenti il flauto ma legati anche alla storia della musica e alla multiculturalità e che quindi sono stati di interesse anche per chi non era “addetto ai lavori”: la passione per la musica, la storia del flauto, la famiglia dei flauti, il suono, la postura del corpo, la respirazione, il rilassamento, la concentrazione, gli esercizi a corpo libero, lo stretching per le mani, la preparazione di un’esibizione importante, l’alimentazione e il ruolo dell’insegnante. All’evento ha partecipato anche Maria Rosaria Benvenuti, flautista e prima insegnante di flauto di Romoli, che ha interagito con il suo ex allievo ribadendo gli argomenti esposti e stimolando l’attenzione del pubblico con domande rivolte allo stesso Romoli.

Il maestro (che proprio in questo periodo sta pubblicando, con un editore romano, un poderoso metodo-trattato in due volumi sul flauto, frutto di lunghi sette anni di lavoro e ricerca) ha suonato brani di Gluck, Bellini, Sciarrino e alcune improvvisazioni e ha presentato un prototipo del più antico precursore del moderno flauto, il Chi’ih cinese, strumento che risale a migliaia di anni fa. È stato poi descritto il flauto traversiere barocco, l’evoluzione di questo strumento e infine il flauto moderno cilindrico progettato dal flautista tedesco Theobald  Boehm. Romoli ha inoltre presentato la famiglia dei flauti e, in modo particolare, il Basso, che per il suo suono misterioso e nasale ha attratto l’attenzione di numerosi compositori contemporanei come Bolling e Morricone.