Il sindaco Tagliaferri urla la sua rabbia: “Pronti a costituirci parte civile”. E la gente “chiede giustizia”

CAMPI BISENZIO – L’occasione per confrontarsi ma anche per esternare la rabbia accumulata nelle ultime due settimane. Una rabbia comune, quella dei cittadini e quella dell’amministrazione comunale: “La vostra angoscia è anche la nostra angoscia, – ha urlato il sindaco Andrea Tagliaferri – ma dopo tutto quello che è successo era doveroso metterci la faccia”. […]

CAMPI BISENZIO – L’occasione per confrontarsi ma anche per esternare la rabbia accumulata nelle ultime due settimane. Una rabbia comune, quella dei cittadini e quella dell’amministrazione comunale: “La vostra angoscia è anche la nostra angoscia, – ha urlato il sindaco Andrea Tagliaferri – ma dopo tutto quello che è successo era doveroso metterci la faccia”. In più di 500, infatti, hanno gremito il salone parrocchiale della chiesa del Sacro Cuore, in una delle zone più colpite dalla piena di inizio novembre, nella prima delle cinque assemblee pubbliche che il Comune ha voluto organizzare per confrontarsi con i cittadini. E se la prima parte, quella della ricostruzione dell’accaduto, è servita anche per far sfogare la gente, con almeno un paio di tentativi di faccia a faccia ravvicinati tenuti comunque a bada dalle forze dell’ordine, sono state soprattutto due le affermazioni dello stesso sindaco che hanno dato vigore ai presenti.

Ovvero che “il Comune è pronto a costituirsi parte civile, se dai rilievi in corso emergerà che c’è stato un danno arginale” e, quasi sospinto da alcuni degli interventi, che “il Comune di Campi negli ultimi dieci anni non ha fatto niente per mettere ulteriormente in sicurezza il muro di contenimento della Marina”. Non solo perché, ha aggiunto, “la Sovrintendenza ha dato un parere negativo a un progetto del 2006 di messa in sicurezza dell’argine”. Parole che hanno permesso al primo cittadino campigiano (insieme a lui tutta la giunta) di calarsi più nel ruolo di cittadino che di amministratore e che in tanti hanno apprezzato, pur ribadendo un concetto fondamentale, espresso da tutti: “Dobbiamo avere giustizia”.

Un’assemblea (oggi, lunedì 20, si ripete alle 21 al circolo Rinascita in piazza del Popolo a San Piero a Ponti) che è servita, in base ai dati raccolti, anche per fare un confronto con la precedente alluvione, quella del 1991, “quando la pioggia fu diluita in cinque giorni, e ci fu il tempo di avvertire la popolazione, mentre oggi la situazione è precipitata in tre ore ed è stato impossibile, soprattutto per l’insufficienza di uomini e mezzi a disposizione, avvertire tutti nei tempi necessari”. “Prima dell’arrivo della colonna mobile nazionale della Protezione civile, con uomini e mezzi provenienti da sei regioni diverse, era impossibile fare di più”, ha spiegato il sindaco.

Fra le tante testimonianza, da segnalare quella di Francesca D’Ortenzio, avvocato, una delle fondatrici di un Comitato che riunisce gli alluvionati: “Vogliamo essere vicini ai cittadini e creare una linea comune in modo che nessuno resti indietro”. Parole che hanno trovato il riscontro positivo del sindaco che ha annunciato che da oggi, lunedì 20, “sarà attivo in Comune, dalle 9 alle 18, un ufficio a cui rivolgersi per la compilazione dei moduli necessari per ottenere i rimborsi”.