Il Social Network può essere il bosco buio dove vive l’orco cattivo. Meditate gente, meditate

SESTO FIORENTINO – Attenzione all’uso che si fa dei Scial Networks. È un invito, non un rimprovero. E lo facciamo, da giornalisti quali siamo, abituati a ficcare il naso in ogni cosa ci capiti a tiro. Mestieraccio, il nostro, ma sempre una professione che, finché non si attacca addosso a qualcuno in specifico, va bene. […]

SESTO FIORENTINO – Attenzione all’uso che si fa dei Scial Networks. È un invito, non un rimprovero. E lo facciamo, da giornalisti quali siamo, abituati a ficcare il naso in ogni cosa ci capiti a tiro. Mestieraccio, il nostro, ma sempre una professione che, finché non si attacca addosso a qualcuno in specifico, va bene. Un po’ meno quando si viene coinvolti direttamente.
Fatto sta, l’uso di Facebook (ma anche di altri strumenti) dovrebbe essere maggiormente oculato: se volete tutelare la vostra privacy non postate sui Sociale Networks ciò che, se un giornalista poi ripubblica, potrebbe darvi fastidio. Per fare confessioni e rivelazioni scabrose si possono usare i gruppi chiusi (ma allora che senso ha andare su un Social Network, basterebbe una Closed Line) o un colpo di telefono all’amico o all’amica del cuore.
Per il resto quando si affida una “notizia” alla rete purtroppo diventa di dominio pubblico e anche l’anonimato, che un giornalista può garantire alla propria fonte (garanzia che può costare dal punto di vista giudiziario, al giornalista), quando si affida un messaggio a Facebook (per esempio) cade nel momento in cui lo postate usando il vostro nome, le informazioni su di voi e anche la vostra foto. A meno che non abbiate scelto di essere su un Social Network con un alias. E allora siete anonimi e le fonti anonime, ad un giornalista, non interessano.
Ultima avvertenza. Molti intendono tutelare (giustamente) con ogni mezzo la privacy dei propri figli. Talvolta anche piantando mezze grane nei confronti di insegnanti che avrebbero voluto affidare ai giornali magari un saggio di fine anno o una premiazione dei propri allievi. Poi, gli stessi che ruggiscono nei confronti della scuola, postano le foto dei propri figli, infanti seminudi come fossero (luce dei loro occhi) un bene prezioso da mettere in mostra. Senza tutelarsi. Perché il Social Network (Dio non voglia) può essere il bosco buio dove si nasconde l’orco cattivo.