Il vice-ministro Todde chiede “tredici settimane di Cig Covid per i lavoratori della Gkn. Pronti a riconvocare un tavolo anche nelle prossime ore”

FIRENZE – Tavolo “infinito” quello di oggi in Prefettura a Firenze per discutere della Gkn di Campi Bisenzio. Un tavolo al termine del quale, da quanto si apprende, il vice-ministro Alessandra Todde avrebbe chiuso con un intervento e una proposta di 13 settimane di Cig Covid per i lavoratori, una cassa integrazione straordinaria, in questo […]

FIRENZE – Tavolo “infinito” quello di oggi in Prefettura a Firenze per discutere della Gkn di Campi Bisenzio. Un tavolo al termine del quale, da quanto si apprende, il vice-ministro Alessandra Todde avrebbe chiuso con un intervento e una proposta di 13 settimane di Cig Covid per i lavoratori, una cassa integrazione straordinaria, in questo caso legata al Covid, al termine delle quali rivalutare tutta la situazione. E nei prossimi giorni (c’è chi parla addirittura di venerdì) riconvocare un nuovo tavolo per capire le intenzioni dell’azienda. Certo è, sempre secondo quanto si apprende, che il vice-ministro ci è andata giù pesante anche nel suo intervento conclusivo: “Non veniamo a parlare del fatto che non avete preso finanziamenti pubblici perché state mentendo. Il vostro gruppo ha preso più di 3 milioni di euro di contributi pubblici negli ultimi anni. Soldi dello Stato. Casi come il vostro sono irricevibili da parte delle istituzioni, avete fatto una scelta unilaterale non concepibile. Si poteva trovare un interlocuzione condivisa, ma voi non avete voluto discuterne precedentemente. La nostra proposta è riuscire ad avviare un percorso, che veda partecipi anche le organizzazioni sindacali, che ci permetta di metterci attorno a un tavolo a trattare. Le 13 settimane di Cig Covid non hanno un costo per l’azienda e ci permettono di bloccare la procedura di licenziamento. Al termine di queste 13 settimane, valuteremo coralmente come procedere. Chiederò a Invitalia (l’agenzia nazionale per lo sviluppo di impresa, n.d.r.) di mettersi a disposizione per la ricerca di un advisor. Pronti a riconvocare il tavolo in tempi rapidi, anche nelle prossime ore”.

Fra le prime reazioni ad arrivare quelle della Uilm: “Dinanzi alla protervia e all’arbitrio di Gkn chiediamo che la annunciata normativa contro chiusure e delocalizzazioni venga varata presto, in tempo per influire sulle vertenze in corso”. Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Davide Materazzi, segretario della Uilm di Firenze. “Purtroppo Gkn – aggiungono – non dà cenno di ripensamento alcuno e rappresenta un caso emblematico che deve far riflettere opinione pubblica e istituzioni. Speriamo che si arrivi davvero a una normativa che ostacoli chiusure e delocalizzazioni. Per certi versi si potrebbe trarre ispirazione dalla francese legge Florange, che certo non impedisce le chiusure ma le rende più difficili e cerca di offrire una tutela ai lavoratori, accompagnandola magari con il ripristino degli ammortizzatori sociali ante jobs act, così da poter accompagnare i processi di riorganizzazione e riconversione industriali. Confidiamo che il Ministero dello sviluppo economico voglia contattare anche Stellantis, primo cliente della Gkn di Campi Bisenzio, per capire se si possa aprire uno spiraglio in una logica di politica di settore, benché in verità ci risulti che la scelta di chiusura del sito fiorentino sia stata assunta autonomamente dalla proprietà senza condividerla né con Stellantis né con altri. Si pone in ogni caso un problema più generale nel settore automotive colpito fortemente dalle trasformazioni in atto, ad iniziare dalla elettrificazione che da sola rischia di distruggere il 30% dei posti di lavoro della filiera, vale a dire ben settantamila. Urge una politica di settore per quello che tuttora è il primo comparto industriale italiano e che ha bisogno di grandi investimenti per compiere la transizione energetica e reggere la competizione internazionale”. “Attendiamo la riconvocazione del Ministero – concludono Ficco e Materazzi – e speriamo che Gkn almeno accolga la richiesta di fare ricorso alla Cig Covid e quindi di ritirare la procedura”.