Il viaggio della Memoria: ragazzi che lo raccontano ad altri ragazzi

SESTO FIORENTINO – “Quando sono arrivata lì ho sentito che il dolore cresceva piano piano”, “L’impatto è stato forte. E’ stato un viaggio potente da un punto di vista emotivo”, “Credevo che una volta arrivata sul posto mi sarei messa a piagere, ma sono rimasta di senza parole nè lacrime”. Raccontano così gli studenti del […]

SESTO FIORENTINO – “Quando sono arrivata lì ho sentito che il dolore cresceva piano piano”, “L’impatto è stato forte. E’ stato un viaggio potente da un punto di vista emotivo”, “Credevo che una volta arrivata sul posto mi sarei messa a piagere, ma sono rimasta di senza parole nè lacrime”. Raccontano così gli studenti del Liceo artistico di via Giusti e quelli di Porta Romana a Firenze che hanno partecipato, 5 mesi fa, al “Viaggio della Memoria” nei campi di sterminio. Raccontano con parole e immagini, filmati, ricordi, impressioni quell’esperienza che li ha cambiati rendendoli consapevoli di come la realtà sia diversa dalla “rete” di come si possano perdere i limiti e i confini se non si hanno più valori e sentimenti. Il racconto di quel viaggio è stato fatto questa mattina dagli studenti degli ultimi anni, nel corso di un’assemblea che si è tenuta nell’aula magna della scuola di via Giusti agli studenti delle prime classi superiori, della preside, dell’assessore Silvia Bicchi e dei giornalisti. Ragazzi che raccontano ad altri ragazzi, con le parole della loro generazione, scegliendo e valutando i termini più adatti per raccontare un’esperienza che ha lasciato il segno. I ragazzi hanno raccontato, come in un diario di viaggio, la loro partenza il 23 gennaio scorso verso Auschwitz e Buchenwald, luoghi “diversi” hanno raccontato, ma entrambi come luoghi del terrore, un video ha documentato l’arrivo sotto la neve “eravamo coperti, ma il freddo entrava nelle ossa” hanno sottolineato gli studenti, gli spazi, il silenzio, le recinzioni, le celle, i forni e gli oggetti “tanti oggetti che restano negli occhi anche dopo, anche quando siamo tornati a casa” hanno detto i giovani. Le foto hanno lentamente portato il pubblico dell’assemblea dentro il tunnel della morte, il percorso inumano affrontao da migliaia di persone. “La surrealtà di quel posto” ha affermato qualcuno. “Sono tornato a casa con il rispetto per la vita, per il prossimo” ha detto un altro studente. “Questo è un viaggio che consiglio di fare, una volta nella vita” ha concluso un ragazzo.