FIRENZE – Confcommercio Toscana ha deliberato lo stato di mobilitazione permanente in merito alla situazione delle imprese del terziario. A partire da oggi, lunedì 15 marzo, l’associazione di categoria, che in Toscana rappresenta oltre 50.000 imprese e professionisti dei settori commercio, turismo e servizi, riunisce il proprio consiglio regionale in via permanente per decidere di giorno in giorno, all’unanimità e con la massima tempestività, le azioni da intraprendere a sostegno del comparto, provato dalle difficoltà scaturite dalla crisi pandemica e dalle inefficienze nella sua gestione.
“Lo stato di mobilitazione di Confcommercio Toscana – si legge in una nota – non è “contro qualcuno”, ma “per qualcosa”: richiamare l’attenzione di Governo e istituzioni sul grave stato di prostrazione in cui versano gli imprenditori toscani del terziario, insieme ai colleghi del resto d’Italia, e sulle fortissime preoccupazioni in merito alle prospettive di vita delle loro aziende e al mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Su quest’ultimo punto in particolare, ovvero l’occupazione, Confcommercio Toscana ha intenzione di mettere in campo tutte le idee e strategie possibili per evitare che il comparto, formato in massima parte da micro e piccole imprese, possa perdere a causa della crisi da Covid-19 quelle preziose risorse umane che fino ad oggi sono state la sua vera forza a livello competitivo”.
“Il lavoro è la “linea Maginot” oltre la quale si apre lo scenario fosco di una crisi che da economica si fa sociale, – dice il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – tutte le altre sono difficoltà gestibili, che non spaventano i nostri imprenditori e dalle quali usciremo prima o poi. Ma quando si mettono in discussione i posti di lavoro, quando le aziende sono costrette a chiudere e a licenziare, allora il problema assume dimensioni molto più gravi. E non solo per le imprese. Per questo siamo seriamente preoccupati per quello che sta succedendo…”.
“Le nostre imprese vivono di un delicatissimo equilibrio economico tra entrate e uscite, costi e ricavi. Senza questo equilibrio il lavoro dei nostri dipendenti non può essere garantito, – aggiunge la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini – donne e uomini che si sono formati nel tempo, spesso in tanti anni di lavoro, ricoprendo con professionalità ruoli e mansioni nei quali saranno insostituibili. Donne e uomini che oggi vivono nella più totale incertezza, come noi imprenditori. Non possiamo andare avanti contando sulle proroghe della cassa integrazione, i nostri dipendenti per primi hanno diritto ad un minimo di sicurezza. Aspettiamo con terrore il giorno in cui cadrà il blocco dei licenziamenti perché saranno moltissime, troppe, le imprese de terziario incapaci da sole di mantenere gli stessi livelli occupazionali, a fronte della enorme riduzione degli affari in atto ormai da un anno e a costi pressoché invariati, senza interventi decisivi che ci abbiano aiutati a ridimensionare le uscite parametrandole alle entrate. Nel terziario toscano rischiano di sparire almeno diecimila imprese nei prossimi sei mesi e un dipendente su cinque rischia di perdere il posto. Come si fa a non capire le enormi implicazioni sociali che avrà questa situazione per la Toscana e per l’Italia intera?”.