In Albania con le Misericordie: il racconto di una missione che “ha fatto la differenza”

CAMPI BISENZIO – “Insieme facciamo la differenza” e si superano le contraddizioni che un paese come l’Albania può presentare. A fare la differenza sono state le tante realtà associative (Confederazione Nazionale delle Misericordie, Federazione Misericordie Toscana, Misericordia di Firenze, Coordinamento Misericordie area fiorentina, Fondazione “Il cuore si scioglie”, Caritas Firenze, Centro Missionario Medicinali e “La compagnia […]

CAMPI BISENZIO – “Insieme facciamo la differenza” e si superano le contraddizioni che un paese come l’Albania può presentare. A fare la differenza sono state le tante realtà associative (Confederazione Nazionale delle Misericordie, Federazione Misericordie Toscana, Misericordia di Firenze, Coordinamento Misericordie area fiorentina, Fondazione “Il cuore si scioglie”, Caritas Firenze, Centro Missionario Medicinali e “La compagnia di Babbo Natale” onlus, a lì la scelta del nome) che hanno dato vita alla missione che, da giovedì a lunedì scorsi, ha permesso di consegnare alla Caritas albanese oltre mille scatole di aiuti, stipate in due bilici e altrettanti furgoni, provenienti nella maggior parte dalla Toscana ma anche dalla Puglia. Consegna che è stata fatta a Shenkoll (Alessio), presso la locale comunità parrocchiale, gestita da cinque sacerdoti, quattro italiani e uno delle Filippine, uno dei quali, padre Antonio Leuci, è il direttore della Caritas albanese. Grazie alla disponibilità di tredici confratelli (nove della Misericordia di Firenze, uno di Campi, due di San Mauro e uno di Borgo San Lorenzo), che hanno affrontato un lungo viaggio via mare, raggiungendo prima Bari, sbarcando a Durazzo per poi raggiungere Lezha e superare ben due controlli doganali. Sotto l’egida di Cristiano Biancalani, vice-presidente del Coordinamento Misericordie area fiorentina, che è Provedditore della Misericordia di Campi Bisenzio. Già, perché Campi Bisenzio, inteso come Misericordia e parrocchia di Santa Maria, guidata da don Bledar, albanese anche lui, insieme a Firenze ha recitato un ruolo di primo piano per questa missione. A Campi, infatti, in seguito al terremoto che ha colpito nei mesi scorsi l’Albania e fino a dicembre, sono state “confezionate” oltre trecento delle mille scatole (generi alimentari, abbigliamento, medicinali, igiene personale) che hanno raggiunto l’Albania. Campi, inoltre, ha fatto da centro di raccolta per tutte quelle realtà che hanno partecipato all’iniziativa, ovvero le Misericordie di Sesto Fiorentino, Carmignano, Lastra a Signa, Casalguidi, Galciana, Caritas via di Novoli, Rsa I Pitti, Casa Bertagna e Cottolengo e per la parrocchia di Santa Maria a Campi. Insieme alle Misericordie di Firenze, Badia a Ripoli, Tavarnelle e Borgo San Lorenzo. Firenze, invece, grazie ad Alessandro Ghini, responsabile cooperazione e capo di guardia della Misericordia di Firenze, oltre che amico personale di padre Antonio, ha avuto l’idea della missione. Una missione che si era già concretizzata anche in passato quando, sempre in Albania, erano arrivati altri aiuti grazie alla sinergia fra Misericordia di Firenze, Caritas albanese e Madonnina del Grappa, nella persona di don Carlo Zaccaro. Cinque giorni di stanchezza e di sacrifici ma anche di sorrisi e condivisione. Di fare Misericordia. Due dei quali vissuti in presa diretta, dall’arrivo alla dogana di Lezha fino alla consegna del materiale. Fra i sorrisi dei giovani albanesi che si sono prodigati per aiutare a scaricare le scatole da bilici e furgoni. Dimenticando per qualche ora tutte le contraddizioni e manifestando, anche in cambio di una “semplice” stecca di cioccolata, tutto il loro desiderio di vivere una vita normale.