SESTO FIORENTINO – Continua l’inchiesta di Piananotizie sulle realtà del Banco Alimentare sul territorio. Realtà su cui pende un interrogativo inquietante: come fare dopo dicembre 2013, quando finirà il termine degli aiuti alimentari Ue.
Abbiamo fatto visita al “Chicco di Grano”, lo sportello d’aiuto presente in piazza della Chiesa a Sesto Fiorentino che “copre” le parrocchie di San Martino, Immacolata e Padule, e riceve segnalazioni anche dal Centro d’ascolto cittadino. Una parte del centro è dedicato alla distribuzione dei pacchi, di grandezza “uno o due” a seconda del numero dei componenti della famiglia che fa richiesta, mentre uno sportello è per il vestiario da bambini. Le persone in coda sono una ventina e compongono un quadro di varia umanità: la signora islamica col hijab, la ragazza in felpa e unghie finte, il padre di famiglia, l’indigente “storico”. E anche le reazioni sono diverse: chi ringrazia e benedice, chi si fa spiegare, chi ha gli occhi rossi, chi prova a chiedere il pacco anche se non risulta sul registro e chi si lamenta e fa scenate perché il pacco non basta mai.
“Attualmente aiutiamo 110 nuclei familiari, una metà extracomunitari, gli altri sestesi – spiegano le volontarie responsabili, Letizia Focardi e Piera Quercioli – le persone registrate possono venire a ritirare il pacco ogni 15 giorni”. Gli alimenti provengono perlopiù dal banco alimentare, come olio, zucchero, i biscotti e la pasta degli scatoloni marchiati “Ue”; in più i volontari cercano di integrare accordandosi con la grande distribuzione o comprando qualcosa in più, come il caffè o la Nutella per i bambini, grazie ai soldi che passano le parrocchie. “Questo mese ad esempio dal banco ci hanno fornito 1.300 Kg di scatole dal banco alimentare, e abbiamo avuto 600 euro da San Martino per ulteriori acquisti e altri 800 euro per aiutare le persone a pagare le bollette”.
I contributi sembrano non bastare mai. E i volontari si chiedono come andranno le cose passato questo dicembre, quando finirà il progetto comunitario e non arriveranno più gli scatoloni di aiuti dell’Unione Europea.
Francesca Gambacciani
In coda al “Chicco di Grano”. Viaggio nel Banco Alimentare
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