“In giro per Campi”: alla scoperta della storia della chiesa di Capalle

CAMPI BISENZIO – Nell’ambito del progetto “In giro per Campi”, pensato e organizzato dalla sezione soci Coop di Campi Bisenzio per far conoscere i luoghi più significativi del nostro Comune, si è svolta la visita alla chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Capalle. Un incontro guidato da Paoletto Paoletti, grande conoscitore della storia della […]

CAMPI BISENZIO – Nell’ambito del progetto “In giro per Campi”, pensato e organizzato dalla sezione soci Coop di Campi Bisenzio per far conoscere i luoghi più significativi del nostro Comune, si è svolta la visita alla chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Capalle. Un incontro guidato da Paoletto Paoletti, grande conoscitore della storia della frazione, a cui hanno partecipato anche Giovanni Bacci e Vincenzo Rizzo, i due storici locali che, insieme a Renzo Bernardi, hanno accompagnato e accompagneranno le visite ad altre chiese di Campi. La chiesa di Capalle, come ha spiegato Paoletti, risale con molta probabilità all’800 ed è una chiesa di stampo romanico con impianto di tipo longobardo. Nel 1295, quando fu eletto vescovo di Firenze Francesco Monaldeschi, divenne chiesa vescovile e da quella data fino al 1972 i vescovi fiorentini ne furono parroci. I sacerdoti che si prendevano cura della chiesa e dei suoi parrocchiani e che qui dicevano Messa erano invece chiamati proposti. Sempre nel 1295 fu elevata a chiesa battesimale come la pieve di Santo Stefano e i bambini campigiani potevano essere battezzati soltanto in queste due chiese. Nel 1325, durante il saccheggio di Castruccio Castracani, fu in parte distrutta e rimasero integre soltanto la metà inferiore della facciata e quella del campanile. “Un evento positivo però segnò questo secolo – ha precisato Paoletti – cioè l’apparizione sulla scena di Capalle della potente famiglia Strozzi. Alla fine del secolo infatti Ubertino di Tommaso Strozzi acquistò il Palagione, la torre cadente del castello di Capalle, e cominciò a prendersi cura del borgo. I fratelli Ciriaco, Lorenza e Francesco, vissuti nel 1500, sono i membri della famiglia Strozzi più famosi. La tomba di Ciriaco si trova nel presbiterio della chiesa, dove fu posta nel 1741, Lorenza, divenuta suora, scrisse 105 inni liturgici in latino per le varie feste dell’anno, Francesco scoprì nelle sue terre, in zona I Confini, un cippo etrusco del sesto secolo avanti Cristo”. “Fra i vescovi parroci di Capalle che molto si adoperarono per la chiesa e per il borgo – ha continuato – ricordiamo Sant’Antonino, Giulio de’ Medici, eletto Papa alla fine del 1523 con il nome di Clemente VII, Alessandro de’ Medici di Ottaviano, un ramo cadetto della casata, divenuto Papa nel 1605 con il nome di Leone XI, Alessandro Marzi Medici, Pietro Niccolini, Francesco Gaetano Incontri. A Sant’Antonino si deve l’interessamento per la costruzione, da parte della Signoria di Firenze, di un nuovo ponte sul Bisenzio al posto di quello, forse in legno, già esistente nel 1300, e fu sempre lui a commissionare per la chiesa il bellissimo busto della Madonna con il Bambino in terracotta colorata, di modello ghibertiano, uguale a quelli che possiamo ammirare nel Duomo e nella Misericordia di Firenze, e il grande Crocifisso miracoloso dipinto da Lorenzo di Credi, simile e speculare a quello del Duomo di Firenze realizzato da Benedetto da Maiano. Anche Alessandro Marzi Medici si prese grande cura della chiesa di Capalle e ne affidò i lavori di ampliamento e ristrutturazione all’architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. A Francesco Gaetano Incontri si deve invece la realizzazione di un imponente altare maggiore, abbellito da un dossale di marmi policromi, sconsideratamente distrutto nei primi anni novanta del secolo scorso”. Tanto hanno lasciato alla chiesa tutti i vescovi che si sono succeduti negli anni: dipinti, opere di scultura, altari, suppellettili sacre e liturgiche, numerose statue devozionali. Un patrimonio artistico conservato oggi con cura dal parroco, don Nicodemo Delli, che ha valorizzato, ponendole in un armadio reliquiario, le reliquie dei tre corpi santi di martiri romani arrivate a Capalle verso la fine del 1600: San Valerio, Sant’Enea e Sant’Onofrio. Quelli che hanno dato il nome alla “Festa dei Santi di Capalle” che si celebra ancora oggi nel mese di aprile e che è arrivata quest’anno alla sua ventiduesima edizione.

Alessandra Azzarri