In Inghilterra suona l’inno di Mameli: Maurizio Colella è campione del mondo di Subbuteo con la maglia dell’Italia

CAMPI BISENZIO – Il Subbuteo, o calcio da tavolo, è il gioco che ha appassionato di gran lunga i cinquantenni di oggi (ma non solo). Con sfide all’ultimo gol e pomeriggi interi passati “a darsi battaglia” sul famoso panno verde. Il Subbuteo è il gioco – siamo sicuri volerlo chiamare così? – che ha permesso […]

CAMPI BISENZIO – Il Subbuteo, o calcio da tavolo, è il gioco che ha appassionato di gran lunga i cinquantenni di oggi (ma non solo). Con sfide all’ultimo gol e pomeriggi interi passati “a darsi battaglia” sul famoso panno verde. Il Subbuteo è il gioco – siamo sicuri volerlo chiamare così? – che ha permesso a Maurizio Colella, insieme ai suoi compagni di squadra della Nazionale italiana, di laurearsi campione del mondo alla competizione iridata che si è appena disputata a Tunbridge Wells, nel Kent, in Inghilterra, la culla del Subbuteo, dove il famoso gioco del calcio in miniatura è nato nel 1947.

Ventisei le selezioni in gara, a sfidarsi i migliori giocatori del globo, una cinquantina quelli della delegazione italiana. Mondiali in cui l’Italia l’ha fatta da padrona, conquistando ben sette medaglie d’oro sulle dodici in palio nelle rispettive categorie. Una di queste se l’è messa al collo proprio Maurizio Colella, un passato nel calcio a cinque della nostra regione a ottimi livelli, oggi tesserato per il Subbuteo Club Labronico. A Campi, però, oltre a viverci, almeno una volta la settimana si allena anche, grazie all’amicizia e ai “panni verdi” del Subbuteo Granducato, sodalizio nato da poco e che è composto da campigiani, ma anche da giocatori provenienti da Firenze, Prato e Pistoia.

Non a caso, intorno il Subbuteo negli ultimi anni ha visto riaccendere una passione che in precedenza era un po’ scemata. (Ri)generando un movimento che intorno ad Antognoni piuttosto che a Zico, in miniatura naturalmente, e che via via ha ripreso vigore. Tanti i club che sono nati, con competizioni, a livello regionale e nazionale, sempre più numerose. “E’ una passione che ho fin da bambino – racconta Colella – quando stendevo il campo da gioco prima sul tavolo e poi sul compensato”. Una passione coltivata fino ai giorni nostri, anche se, in passato, gli impegni con il calcio a cinque – l’ultima panchina è stata quella del Futsal Florentia femminile nel 2020 – lo hanno costretto gioco forza a rallentare.

Non solo Campi Bisenzio però, anche se nel nostro Comune, come già detto in precedenza, c’è uno dei club più attivi di tutta la Toscana: “Ho la fortuna di potermi allenare anche con altre realtà della nostra regione, il Granducato è quello più vicino a casa e ne sono contento”. In Inghilterra, a conclusione di un girone all’italiana, l’Italia ha messo in fila Spagna, Austria (unica formazione con cui ha pareggiato, poi tutte vittorie), Inghilterra A, Inghilterra B e Grecia: “Ma soprattutto – dice Colella, che è anche vice-campione italiano – è stato affascinante giocare le partite proprio nel paese in cui la storia del Subbuteo è iniziata”. Insieme a lui in squadra Filippo Filippella (Aosta Warriors), Gabriele Silveri (SC Ascoli) e Michele Giudice, compagno con la maglia del Subbuteo Club Labronico. E quando gli chiediamo quale è la sua squadra del cuore, quella con cui preferisce cimentarsi, sorride e ci svela un piccolo segreto: “E’ quella per cui faccio il tifo nel campionato di calcio, la Roma. Ma con quella non disputo alcun incontro, anche perché se perdo ci resto male. Così ho ripiegato sul Barcellona, che comunque un richiamo al giallo e al rosso ce l’ha”. E intanto, nel Kent, risuona ancora l’inno di Mameli.