In scena al Teatrodante Carlo Monni “Via dei Matti, 43”, uno spettacolo poetico sull’infanzia negata

CAMPI BISENZIO – “Via dei Matti, 43”, scritto da Francesco Niccolini e Marco Valeri e interpretato dallo stesso Marco Valeri, un viaggio che racconta con poesia e delicatezza il tema dell’infanzia negata e il disagio mentale, mostrando come i traumi dell’infanzia possano lasciare segni indelebili e quanto sia difficile liberarsi dagli incubi generati da una violenza nascosta tra le mura domestiche: sarà […]

CAMPI BISENZIO – “Via dei Matti, 43”, scritto da Francesco Niccolini e Marco Valeri e interpretato dallo stesso Marco Valeri, un viaggio che racconta con poesia e delicatezza il tema dell’infanzia negata e il disagio mentale, mostrando come i traumi dell’infanzia possano lasciare segni indelebili e quanto sia difficile liberarsi dagli incubi generati da una violenza nascosta tra le mura domestiche: sarà questo il monologo di mercoledì 27 novembre alle 21 presso il Teatrodante Carlo Monni. La pièce, prodotta dalla Fondazione Accademia dei Perseveranti e dalla Fondazione Sipario Toscana, in collaborazione con il Festival Montagne Racconta, sarà preceduta, alle 18, dalla presentazione insieme a Sandra Gesualdi del libro “Il calzolaio di Ulisse” di Francesco Niccolini e Marco Paolini, inserita nella rassegna letteraria CaRa, Campi Racconta: al centro della narrazione ci sono il padre e il figlio, Ulisse e Telemaco, in un viaggio verso la riconciliazione con il passato e il destino, attraverso una riflessione su temi universali come il peso della memoria, il legame familiare e il senso della misura, approfondendo il rapporto tra mito e quotidianità. Le iniziative sono inserite all’interno della stagione di prosa 2024-25 del Teatrodante Carlo Monni che quest’anno si muove al grido di “Le migliori cose nascono dal basso”, che fino al 30 aprile porta un programma di 10 spettacoli e 4 eventi speciali con celebrità del teatro contemporaneo come Emma Dante, Stefano Massini, Silvio Orlando, Concita De Gregorio e tanti altri ancora. Parole d’ordine: attualità, inclusività e impegno tra nuovi allestimenti, commedie e grandi classici oltre a una nuova sezione dedicata alla musica live.

Nella stessa via e nello stesso stabile in cui un tempo c’era una casa famiglia, ora sorge una libreria, anzi per l’esattezza una libereria (perché i libri liberano la mente e appartengono non a chi li scrive ma a chi li legge), la Libereria di Via dei Matti 43. Il proprietario si chiama Simpliofonte Patù Ghirigoro: è cresciuto all’interno di quella casa famiglia, dove per alcuni anni hanno vissuto un gruppo di ragazzini con disturbi mentali e comportamentali, ognuno con la propria stranezza e il proprio talento, come spiegava loro il Direttò, un uomo buono come il pane e grande come una montagna che a quei ragazzini voleva un bene dell’anima: Sfumentino, in cerca di sigarette, Lupin che ruba per gli amici suoi, Simpliofonte che vede i fantasmi ed è lievemente schizofrenico, Angelo che non parla ma fa disegni meravigliosi, ed ElseMerilin, che dice troppe parolacce, beve quello che un bambino non dovrebbe bere e le piace fare il bagno nella vasca e non la doccia. Quant’è bella, ElseMerilin. Ed è proprio quando ElseMerlin riappare nella Libereria portando a Simpliofonte dei giornali di vent’anni prima che inizia la storia. Il risultato è un racconto poetico, tenerissimo e indifeso sull’infanzia negata, su come è difficile liberarsi dagli incubi e dalla violenza quando la violenza è chiusa tra le mura domestiche e da fuori non si sentono i singhiozzi. Eppure, la Libereria di Via dei Matti 43 di Simpliofonte Patù Ghirigoro sta proprio qui a dimostrare che cuore e amicizia, tenerezza e generosità sono l’unico rimedio che può salvarci la vita.