FIESOLE – Arrivano il 10 e il 15 settembre in Piazzetta delle Gualchiere, Il Girone, a Fiesole le ultime due tappe di “In Suburbia”, la rassegna culturale che porta il teatro nei luoghi della città. La quarta edizione, pensata per garantire un accesso trasversale alla cultura, grazie alla gratuità dell’iniziativa e alla capillarità della diffusione territoriale, nasce, infatti, con l’idea portante di far arrivare ovunque il teatro per creare nuovi incontri. La città, i suoi cortili, le case popolari e le zone periferiche diventano palcoscenico aperti alla cittadinanza e centri propulsori del festival e delle sue espressioni. Iniziata a giugno, la rassegna si chiude con le ultime due tappe fiesolane, dopo avere realizzato tantissime repliche nei cortili delle case popolari e nei giardini pubblici della Città Metropolitana.

“In Suburbia [theater]” è la prima rassegna interamente tradotta nella lingua dei segni e sul sito della compagnia (https://www.farmfab.it) sono disponibili brevi podcast esplicativi che permettono una fruizione più accessibile al pubblico non vedente. “Uno degli obiettivi che ci proponiamo di incrementare in questa edizione è la scoperta di questi spazi da parte della cittadinanza, aprire cortili e giardini per attivare nuovi spazi culturali fuori dal centro e creare nuove relazioni, – raccontano Giusi Salis e Fiamma Negri di Fa.R.M Fabbrica dei Racconti e della Memoria – è stato molto bello vedere residenti di altre zone della città, provenienti anche da altri alloggi Erp, che chiedono per i prossimi anni di realizzare eventi nei loro condomini. L’obiettivo è allargare ulteriormente la rassegna e consolidare l’idea che teatro è ogni luogo in cui c’è qualcuno che vuole ascoltare una storia”. Il progetto è sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Città Metropolitana, Publiacqua ed è realizzato in collaborazione con Casa Spa e con il patrocinio del Comune di Fiesole. Gli spettacoli di domenica 15 sono inseriti inoltre nella rassegna Fuori Centro, un progetto analogo in partnership con Aria Network Culturale e InStabile Culture in movimento, dedicato alla divulgazione del teatro e del circo contemporaneo.
Gli spettacoli in programma saranno “Cappuccetto?”, di Maila Concas e Letizia Sacco, con Letizia Sacco. Un racconto che parte dalla storia di Cappuccetto Rosso per giocare con la fantasia e esplorare tutti i colori della fiaba più classica e dei suoi protagonisti. A seguire, lo spettacolo “Ma i denti sono i suoi? – C’è vita oltre l’Inps” di e con Fiamma Negri e Giusi Salis, per sfatare il luogo comune della nonna bisognosa di cure vedrà al centro la storia di Emilia e Fiorella, due donne molto diverse, alle prese con un mondo pieno di vita, di passioni, di interessi, agende fitte e tempistiche rocambolesche. Sarà la volta, poi, de “La vita, se non è sogno, sai che sia?” di e con Letizia Sacco si ispira, invece, a due storie di Lewis Carroll “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” e “Al di là dello specchio” dove grande protagonista indiscussa sarà la parola. Uno spettacolo a metà con il sogno dove storie, personaggi e paesaggi si susseguono senza sosta dando vita a un bizzarro mondo alla rovescia che svela le assurdità e le incoerenze della vita adulta.
Infine, “Eisbolè, una carta geografica che diventa teatro” di e con Fiamma Negri e Giusi Salis, racconta con emozione, ironia, consapevolezza i perché delle migrazioni, i perché delle “invasioni” e dei mo-vimenti dei popoli in fuga dalle guerre e dalla fame. Chi subisce le violenze di guerre e conflitti di qualsiasi natura non è solo profugo, immigrato, povero, è una persona con progetti, desideri, affetti, emozioni, diritti. La guerra può diventare banale, la quotidianità può dipanarsi in mezzo all’inferno: gioie, dolori, allegria, amore. Dalle nostre case eventi lontani perdono complessità e si riducono a percezioni: invasione, lavoro rubato, pericolo, degrado, poverini, solidarietà, ci sono anche quelli bravi. Raccontare una carta geografica, farla parlare attraverso diversi punti di vista, capire come, nel mondo, la realtà sia filtrata da sguardi e culture, come gli effetti vengano confusi con le cause, a volte per sbaglio a volte per scelta.