CALENZANO – Ecco una nuova pagina del diario di Mery Coscarelli in Togo insieme all’associazione The Preciuos Hands.
“Ma che bell’inizio di giornata… E’ venuta a trovarci: Gladys!
Vi chiederete: ma chi è? Vi voglio raccontare una breve storia: ieri abbiamo fatto tante ecografie, perché, secondo me, tutte le donne incinte ne hanno approfittato. Tra queste c’era Afikuma, una dolce signora di 32 anni alla sua quarta gravidanza, incinta di nove mesi e con un bel pancino! Le abbiamo dato vitamine e le attenzioni che rivolgiamo a ogni paziente, niente di più… Ma stamani, dopo aver partorito, lei era la prima della fila, perché voleva farci conoscere Gladys e per ringraziarci. Che meraviglia!
E, soprattutto, che calibro hanno queste donne. Partorito stamani e alle nove era già qui! Le vedi camminare per strada con dei vestiti dai colori sgargianti, circondate dai figli, con quasi sempre il più piccolo sulle spalle avvolto nelle loro immancabili stoffe e sulla testa il classico cesto pieno di frutta o verdure da vendere al mercato. Ma, a proposito di donne togolesi, voglio raccontarvi un’altra breve storia: due giorni fa abbiamo visitato una donna incinta di nove mesi, con una pancia incredibile, in più aveva davanti un rigonfiamento provocato da un’ernia strozzata e, cosa non da poco, il bambino pronto al parto, ma in posizione podalica. Aveva già programmato di partorire in casa, però, grazie al nostro consiglio, stamani il nostro caro dottor Koffi l’ha accompagnata all’ospedale di Akpalimé, dove ha messo alla luce un amore di bimba.
Volete sapere cosa ha fatto stamani prima di andare in ospedale? E’ andata a prendere l’acqua al fiume, spazzato casa, preparato il pranzo e poi, chiuso l’uscio per andare via. È proprio vero che le donne togolesi sono dei “carri armati”, instancabili, sempre in movimento e, anche se le forze vengono meno, con il sorriso stampato su quei visi incredibilmente radiosi, anche se il tempo, a volte, è stato davvero inesorabile.
Quante storie vi potrei raccontare, ma ne ho scelto un’altra, perché ci tocca molto da vicino. E’ quella di Massau, una volontaria della Croce Rossa, che si occupa di noi. Alle cinque è già fuori sul patio a rigovernare e a prepararci la colazione. Qui a Akplolò riusciamo a fare 10 minuti di pausa grazie alla grande bacinella che ci prepara lei con ignames, foufou. E altri piatti togolesi dai nomi irripetibili, ma che la sera, quando alle 23 finalmente ceniamo, ci allietano il palato. Tutto questo passando l’intera giornata a fare la volontaria e, quindi, a lavorare con noi.
Quanto mi vergogno del mio “sono stanca”, detto la sera alla maniera occidentale.