Inceneritore sì, inceneritore no: le Mamme no inceneritore e il balletto delle cifre

SESTO FIORENTINO – “Come si inizia a mettere in discussione un’opera, inizia il balletto delle cifre che si dovrebbero pagare per l’abbandono del progetto e inizia la gara a spararle più grosse”. Sempre attente alle vicende collegate alla realizzazione del termovalorizzatore, le Mamme no inceneritore tornano sull’argomento: “Questa scenetta era già andata in onda un […]

SESTO FIORENTINO – “Come si inizia a mettere in discussione un’opera, inizia il balletto delle cifre che si dovrebbero pagare per l’abbandono del progetto e inizia la gara a spararle più grosse”. Sempre attente alle vicende collegate alla realizzazione del termovalorizzatore, le Mamme no inceneritore tornano sull’argomento: “Questa scenetta era già andata in onda un anno e mezzo fa prima delle elezioni a Sesto Fiorentino quando, giorno dopo giorno, la cifra aumentava. Era partito il direttore di Quadrifoglio con 10 milioni, poi il presidente Quadrifoglio e della partecipata Qthermo Giorgio Moretti con 20 milioni, ora fra 20 e 30 milioni. Il costo “sparato” da Moretti per l’abbandono dell’impianto viene imputato a non ben identificate penali che, con tutta probabilità, potrebbero essere invece le spese delle consulenze di progettazione. Cifra davvero inquietante per la quale sarà opportuno che ne sia richiesto il rendiconto da parte di qualcuno dei Comuni comproprietari di Quadrifoglio che è il socio di maggioranza della Società Qthermo. In attesa della decisione del Consiglio di stato, si deve ricordare che, in ogni caso, è nel potere della Regione Toscana quello di revocare le autorizzazioni se ritenga che l’interesse pubblico alla cancellazione dell’impianto prevalga sulla sua realizzazione. In tal caso la società può essere indennizzata per le spese già sostenute e non altro, nella misura in cui non abbia concorso alla errata valutazione dell’interesse pubblico.
Dal Piano Economico Finanziario di Qthermo non si evince infatti alcun beneficio in termini economici per i Comuni delle province di Firenze-Prato-Pistoia e quindi per i loro cittadini derivante dallo smaltimento nell’impianto di incenerimento di Firenze. Si prevede che il risparmio per gli utenti possa realizzarsi, forse, solo in una prospettiva di circa 15 anni. Così come è facilmente verificabile – dati Ispra alla mano (www.catasto-rifiuti.isprambiente.it) – che nei Comuni dove è presente un inceneritore la raccolta differenziata rimane ben al di sotto del 65%”. Da qui le loro richieste alla Regione Toscana: “Chiediamo la revisione del piano rifiuti con eliminazione del progetto dell’inceneritore di Firenze, la dismissione degli altri impianti di incenerimento e combustione in Toscana, l’avvio di politiche serie di riduzione e riciclo rifiuti con raccolta differenziata con porta a porta e tariffa puntuale (paghi in base a quanto rifiuto indifferenziato produci) e con l’incentivazione di impianti per recupero materiali, in modo da avviare a discarica sempre meno rifiuti e sempre meno pericolosi, fino a totale chiusura delle discariche con la riprogettazione di oggetti in materiali totalmente riciclabili”.