Insonnia e ansia: le emozioni nel lockdown in un questionario del Centro MeMe

CAMPI BISENZIO – L’esperienza lockdown, l’emergenza sanitaria vissuta nei primi mesi della primavera scorsa, hanno necessariamente modificato la nostra quotidianità, ma quando hanno cambiato la nostra sfera delle emozioni? A chiederselo è stata Cipriana Mengozzi psicologa e psicoterapeuta nonché creatrice del Centro Meme. Mengozzi oltre alla domanda che si è posta ha poi realizzato, in […]

CAMPI BISENZIO – L’esperienza lockdown, l’emergenza sanitaria vissuta nei primi mesi della primavera scorsa, hanno necessariamente modificato la nostra quotidianità, ma quando hanno cambiato la nostra sfera delle emozioni? A chiederselo è stata Cipriana Mengozzi psicologa e psicoterapeuta nonché creatrice del Centro Meme. Mengozzi oltre alla domanda che si è posta ha poi realizzato, in collaborazione con altre colleghe, un questionario puntando proprio sugli aspetti emotivi scaturiti dal “tempo sospeso”. Un questionario aperto a tutti e facile da fare perché distribuito sui social. Molte le risposte, 918, provenienti un po’ da tutta Italia. A partecipare sono state soprattutto le donne (86%) e l’età media dei partecipanti è stata di 38 anni per le donne e 44 anni per gli uomini.

La maggior parte dei partecipanti sono sono residenti in Toscana Lombardia, Emilia Romagna, Veneto. I dati sono stati elaborati da Alessia Dorigoni.

“Le donne rispetto agli uomini durante la quarantena si sono sentite di non essere in grado di superare le difficoltà, – spiega Mengozzi – hanno perso sonno, sono state sotto pressione e maggiormente infelici e depresse hanno perso fiducia verso loro stesse e hanno diminuito la stima di loro stesse. Le donne hanno vissuto emozioni maggiormente negative e incontrollabili rispetto agli uomini. Su una scala da zero a 9 hanno reputato l’importanza di un supporto psicologico all’incirca a 7.9 e il 78% ha reputato che dovesse essere lo Stato a dare tale supporto”. 

E’ andata meglio a chi aveva uno spazio esterno nella propria abitazione come una terrazza o un giardino.

“Le persone senza un balcone o un giardino – prosegue Mengozzi- si sono sentite meno in grado di affrontare le difficoltà, meno in grado di concentrarsi e prendere decisioni; hanno perso sonno maggiormente, si sono sentite meno produttive, maggiormente sotto pressione, incapaci di risolvere i problemi e di ritagliarsi del tempo libero, maggiormente infelici, hanno perso fiducia verso loro stesse e hanno diminuito la stima di loro stesse. E chi aveva il balcone ha vissuto emozioni maggiormente controllabili e positive”.

Cipriana Mengozzi, si aspettava un risultato, in termini di quantità delle risposte, come questo dal questionario?

“Sicuramente siamo molto contenti di quante adesioni abbiamo raccolto già per la prima fase della ricerca! Stiamo elaborando i dati di 918 questionari, su scala nazionale. Sono in prevalenza donne (86% del campione), con età media di 38 anni. I maschi invece (14% del campione), hanno un’età media di 44 anni. I questionari provengono per la maggior parte dalla Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, quindi dalle regioni più colpite dal covid-19. Questa è la prima ricerca completamente autofinanziata di Centro MeMe, quindi ciò che emergerà sarà frutto dei nostri sforzi come Centro e del prezioso aiuto della dottoressa Alessia Dorigoni, che già collabora con noi per le elaborazioni statistiche delle consulenze aziendali che facciamo nella formazione e nel settore della Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro, e che si è offerta a titolo di volontariato di curare le elaborazioni statistiche della ricerca.

Come verrà utilizzato questo materiale, quale obiettivo dell’indagine?

“Per noi è importante sapere cosa pensano le persone e come si sentono, rispetto a questo difficile momento. All’interno della ricerca ci sono delle proposte, ad esempio stimolare il governo a incrementare la presenza dello psicologo nel Sistema Sanitario Nazionale. Io stessa sono firmataria di una petizione per incrementare l’assistenza psicoogica: abbiamo raccolto 14mila firme e le abbiamo inviate al Governo. Siamo in attesa di risposte! Vorremmo anche che fosse data la possibilità ai centri privati come il nostro, di accedere alle convenzioni del sostegno psicologico e delle psicoterapie, in modo che le persone che non hanno abbastanza risorse economiche potessero venire da noi, dato che nelle nostre ASL purtroppo i tempi d’attesa sono lunghissimi. Lo stress, l’ansia, la depressione, coi disturbi che creano nell’immediato, andrebbero gestiti nell’immediato, onde evitare aggravamenti e patologie più serie. Aspettare una lista di attesa ASL per un percorso di elaborazione del lutto, ad esempio, rischia di essere fuori tempo massimo e molto poco utile alla persona bisognosa. Abbiamo anche intenzione di riformulare e integrare i nostri servizi in base agli esiti della ricerca, che sarà oggetto di una pubblicazione scientifica nel 2021, anche questa autofinanziata. Nel questionario proponiamo anche alle persone di partecipare a successive nostre ricerche, e daremo in cambio aiuto e supporto psicologico a prezzi calmierati (in alcuni casi, a offerta libera). Abbiamo quindi una triplice finalità: clinica (capire meglio le persone e i loro bisogni), organizzativa (creare servizi ad hoc, efficaci e pensati sulle esigenze della popolazione) ed etica (accesso facilitato alla psicoterapia). Speriamo che i dati raccolti e i risultati della ricerca siano utili anche per i colleghi che non hanno la possibilità di impegnare tempo e risorse nell’attività di ricerca, ma che possono utilizzare le nostre riflessioni per migliorare la loro pratica professionale. Abbiamo intenzione di stare accanto alle persone, ai colleghi e ai cittadini, in modo scientifico e professionale, tramite l’aggiornamento professionale continuo, la formazione, la ricerca e l’ascolto dei bisogni dei cittadini!”

Adesso è iniziata la seconda fase della ricerca con un nuovo questionario, si potrà rispondere online e sarà aperto fino a metà agosto.

“Al momento siamo a 373 questionari (88% donne, età media 40 anni) e speriamo di raggiungere i numeri della prima fase. – dice Mengozzi – La ricerca rimane aperta fino al 15 agosto. Partecipate numerosi! Trovate indicazioni sulla npstra pagina Facebokk “Centro MeMe – Formazione&Professione” o potete collegarvi direttamente al modulo di compilazione. Ecco il link al questionario: https://forms.gle/qvwJkpxyEJnFsUnm8