SESTO FIORENTINO – Da palcoscenico per i teatri del mondo ad una nuova interessante finestra sulla nuova drammaturgia. Intercity cambia restando fedele alla propria filosofia: quella di essere un punto di riferimento per chi vuole conoscere le espressività contemporanee. Ecco che il cartellone 2019 ritorna al futuro (tanto per citare un film di Zemeckis) e riporta al Teatro della Limonaia il teatro norvegese. Dopo dieci anni, con uno sguardo diverso, puntato sui testi e sui linguaggi. “Il sottotitolo di Intercity è cambiato – dice Dimitri Milopulos, direttore artistico del Festival Intercity – ed è il Festival di nuova drammaturgia internazionale”. Un rinnovamento necessario, maturato dopo una lunga esperienza artistica partita proprio da Sesto Fiorentino.
“In questi 32 anni abbiamo visto esperienze che hanno permesso di avviarne altre nuove – ha detto il sindaco Lorenzo Falchi – Per me è sempre un piacere salutare una nuova edizione del festival. Anche quando si propone qualcosa di già visto, non è mai la stessa cosa perché emergono aspetti sempre interessanti. Questo luogo senza il Festival non avrebbe avuto la visibilità che oggi ha”. Una esperienza artistica, ha detto il primo cittadino, “che vogliamo continuare a sostenere. Questa è una delle esperienze che prova a mettere insieme esperienza teatrali e culturali innovative che guardano anche fuori”.
La scelta di cambiare, spiega il direttore artistico, è stata quella di riproporre una città dopo alcuni anni. Ed è così anche per Intercity Oslo II che apre il 22 settembre e prosegue fino al 27 ottobre ospitando la il teatro norvegese dopo 10 anni, le opere teatrali di Jon Fosse, riproponendo il progetto di Barbara Nativi “Sento” un corner di “Back to Montreal”. Contaminazione di culture per una drammaturgia contemporanea. Anche Jon Fosse, considerato “il nuovo Beckett” è un ritorno alla Limonaia di Sesto Fiorentino.
“Jon Fosse è uno degli autori che Intecity ha portato in Italia, dirigeva gli artisti in giardino – ricorda Milopulos – ma di quell’esperienza vissuta intensamente, non abbiamo neppure un documento fotografico”.
La nuova drammaturgia norvegese sarà protagonista con quattro autori della scena domani. “L’ostaggio” il 27, 28 e 29 settembre alle 21 “è una farsa” dice Milopulos, sarà in prima assoluta in Italia, con Monica Bauco Daniele Bonaiuti, Stefano Nigro per la regia dello stesso Milopulos.
“Ritorni” di Fredrik Brattberg per la regia di Fabio Mascagni: un testo che parte da una tragedia per arrivare alla farsa. In scena il 4, 5 e 6 ottobre alle 21. “Uomini da poco” il 5 e 6 ottobre alle 22.30 e il 12 e 13 ottobre alle 21 di Hans Petter Blad per la regia di Marco Di Costanzo. “L’asino” di Jesper Halle in scena il 12 ottobre alle 22.30 per la regia di Tommaso Taddei.
E poi i testi di Jon Fosse. “The Dead Dogs” il 19 ottobre alle 21, “Mare” il 19 ottobre alle 22 e una mostra fotografica “Jon Fosse in Italia”.
“La scrittura norvegese è molto importante segue quella britannica – afferma Milopulos – e sono molto diverse ma entrambe molto importanti. La scrittura norvegese ha tenuto insieme leggerezza e pesantezza. E caratterizza tutta la drammaturgia norvegese”.
Ad aprire il festiva “Sento”. “Il progetto di Barbara – dice Milopulos – dove si usa la parola in modo radiofonico, metteremo le sdraio, recuperate da un ex stabilimento balneare, al tramonto nel giardino e il pubblico si abbandonerà all’ascolto della lettura di un romanzo. Si legge Jon Fosse”.
Il 20 ottobre alle 21 sarà la volta di Back to Montreal con “Eppur rimane (gioco serio)” di e con Teresa Falli, a seguire “The Island” a cura di Tommaso Carli con Mario Salvadori e Serena di Mauro.