“Io e il drago”, il piccolo Tommi “si racconta” in un libro: sabato 21 la presentazione con Banda Albereta

CAMPI BISENZIO – “Mi piace descrivere le emozioni, raccontare episodi di vita vissuta senza retorica e senza pietismi”: è Francesco Cannadoro a parlare, il babbo del piccolo Tommi, l’autore di un libro che si pone più obiettivi: parlare di disabilità ai più giovai per esempio. Ma anche un modo per “dare una spinta”, per incoraggiare […]

CAMPI BISENZIO – “Mi piace descrivere le emozioni, raccontare episodi di vita vissuta senza retorica e senza pietismi”: è Francesco Cannadoro a parlare, il babbo del piccolo Tommi, l’autore di un libro che si pone più obiettivi: parlare di disabilità ai più giovai per esempio. Ma anche un modo per “dare una spinta”, per incoraggiare tutti quei genitori che vorrebbero affrontare l’argomento disabilità con i loro figli ma non sanno bene da che parte cominciare. Ecco, di tutto questo se ne potrà parlare domani, sabato 21 gennaio, alle 16.30 nel Foyer del Teatrodante Carlo Monni grazie a un evento organizzato da Banda Albereta, che ancora una volta ha dimostrato la propria attenzione e la propria sensibilità quando si affrontano determinate tematiche. E che avrò il piacere e l’onore di poter “moderare”, anche perché a questo gruppo di persone “colorate” di giallo e che ho conosciuto sempre meglio con il passare del tempo, non si può dire di no.

Anche se da moderare ci sarà poco. Ci sarà soprattutto da ascoltare il babbo di Tommi, che nel 2016 ha iniziato a raccontare le vicende della sua famiglia e di suo figlio Tommi attraverso i social e con il blog “Diario di un padre fortunato”.  In questi anni ha scritto già due libri “Cuciti al cuore” e “Quanto mi servivi”, che in pratica sono state le prime battaglie contro il drago, e adesso è di nuovo in libreria con “Io e il drago. Storia di Tommi raccontata da Tommi” (De Agostini), un libro destinato ai ragazzi dai 9 anni in su. Un libro in cui il protagonista è Tommi insieme alla sua famiglia, i suoi genitori, tutti residenti a Cattolica. Tommi, infatti, non può parlare, non vede, non cammina e non riesce a fare un sacco di cose, ma il babbo ha scelto comunque di lasciare a lui la parola per raccontare, in prima persona, la sua battaglia contro il drago: una malattia che non ha ancora trovato un nome. “Nonostante i mille esami realizzati, oggi Tommi non ha una diagnosi clinica, – spiega suo padre – i sintomi sono atassia cerebellare con condizione degenerativa e conseguente grave ritardo psico-motorio ed epilessia, ma la diagnosi clinica non c’è. Eppure, Tommi non è né un guerriero, né un eroe e neppure un bambino speciale. E perfino il drago sputafuoco somiglia più a un vicino di casa invadente che a un mostro mitologico da sconfiggere grazie al coraggio dell’eroe…”.

“Sui social, – racconta – da anni affronto​ il tema della disabilità e della genitorialità in relazione ad essa, facendomi promotore di una narrazione scevra da retorica e pietismo, cosa assolutamente necessaria se vogliamo favorire l’inclusione, in quanto credo che quest’ultima passi necessariamente dalla normalizzazione della disabilità.​ Il libro è un resoconto leggero delle nostre vicissitudini​ familiari,​ ma raccontate dal punto di vista di nostro figlio Tommaso. A dispetto dei primi due che, essendo indirizzati a un pubblico adulto, erano ad appannaggio del mio personale punto di vista.​ Tommi, tra le pagine del libro,​ affronta argomenti come l’ospedalizzazione, la malattia, la scuola, l’amicizia, l’amore, la paura, il coraggio, la tristezza e la felicità. Il tutto, con un tono adatto ad un ventaglio di età​ abbastanza ampio. L’incontro in sé,​ sarà una sorta di confronto che prenderà spunto dagli eventi descritti nel libro per poi attingere dalle esperienze personali dei presenti che vorranno raccontarsi”.

Come ha ribadito anche Banda Albereta che domano sarà al fianco di Francesco insieme ad alcune delle associazioni “che abbiamo sostenuto in questi anni – scrivono sulla pagina Facebook – come “Voa Voa amici di Sofia”, Cui – I ragazzi del sole e “I genitori del Nendi”. Per un pomeriggio ricco di parole, di racconti ma soprattutto di emozioni.