Irresistibile e ironica Veronica Pivetti affascina il pubblico con “Per sole donne”

SESTO FIORENTINO – Ironica, divertente, scoppiettante, Veronica Pivetti, ieri pomeriggio 30 gennaio, ha incantato il pubblico della Libreria Rinascita (strapiena con molte persone in piedi) per oltre un’ora parlando a ruota libera di “Per sole donne”, suo terzo libro, ma primo romanzo. “Per sole donne” è la storia di cinque amiche cinquantenni che si ritrovano […]

SESTO FIORENTINO – Ironica, divertente, scoppiettante, Veronica Pivetti, ieri pomeriggio 30 gennaio, ha incantato il pubblico della Libreria Rinascita (strapiena con molte persone in piedi) per oltre un’ora parlando a ruota libera di “Per sole donne”, suo terzo libro, ma primo romanzo. “Per sole donne” è la storia di cinque amiche cinquantenni che si ritrovano a parlare in modo schietto, ma mai volgare, di sesso. Attorno a loro le storie si sviluppano alternati da eventi esilaranti e situazioni comiche senza mai scadere in luoghi comuni e scontati, usando un linguaggio aperto e vigoroso, esplicito, ma non volgare.

E’ un romanzo erotico-comico – ha detto Veronica Pivetti – e chi pensa qui di trovare la prof (il personaggio di Camilla Baudino interpretato dalla Pivetti, in Provaci ancora prof la serie tv di Rai Uno amata dal pubblico) qui non la troverà: sono due mondi molto distanti”.

Veronica Pivetti (attrice, regista, doppiatrice e scrittrice) si è soffermata su come è nata l’idea del romanzo e perché e come ha scelto di raccontare la storia di cinque amiche cinquantenni.

L’idea è molto ardita. E’ nata perché ho avuto la fortuna di scrivere altri due libri che però sono una sorta di diari e accarezzavo molto l’idea di scrivere un romanzo, per me un passo molto importante. Un conto è scrivere un libro autobiografico dove racconti cose che ti sono accadute, ma siccome non mi semplifico mai la vita, mi sono detta: ti piace e allora prova. L’ho proposto alla Mondadori dicendo che volevo scrivere un romanzo erotico comico: volevo raccontare la sessualità delle donne dopo i cinquanta, quelle della mia età, mi piaceva l’idea di raccontare la sessualità delle donne con un linguaggio libero, esplicito e hanno accettato”.

Un titolo particolare e una copertina originale che non passa inosservata quella di “Per sole donne” e Veronica Pivetti con ironia, divertendo il pubblico ha raccontato come è stata scelta.

“Il titolo è mio – ha detto – mi piaceva definire a chi si rivolge il romanzo. La copertina è merito del reparto grafico della Mondadori: è una grande sintesi di questo libro è esplicita, ma non volgare anche perché una signora mi ha detto: come mai due parentesi e una ‘y’? Per questo mi piace perché è esplicito ma anche delicato”.

Il libro “mi sono accorta ora che non si può leggere neppure una pagina” ci ha scherzato su, non è per tutti, come si legge nella seconda di copertina “Un’avvertenza: astenersi puritani e persone sensibili. Tenere lontano dalla portata dei bambini”.

“Queste cinque amiche sono cinque tipologie femminili – ha detto Pivetti – e in loro ci sono migliaia di donne che ho conosciuto, amiche per la pelle o altre con cui ho fatto solo una chiacchierata tanto tempo fa, però ho messo la mia esperienza di persona che conosce altre persone. Ovviamente ci sono anch’io e sono in ognuna di queste cinque amiche”.

Perché parlare della sessualità di donne di cinquant’anni? “Perché di solito – ha detto Pivetti – viene accumunata alla menopausa che sì c’è e porta anche dei problemi, ma la questione è come se ne parla e come si parla della sessualità di quell’età: calo del desiderio, tante illusioni non ci sono più, però non significa che non si possa sognare. Quello che mi interessava era che la gente ridesse perché se dico un romanzo erotico-comico devono funzionare tutte e due le dimensioni. Se la gente si diverte l’obiettivo è raggiunto, però l’argomento è spinoso. Il sesso è tabù è trattato o in modo appassionato o passionale o drammatico o melodrammatico. Qui ho usato una scrittura asciutta. Tutti fatti veri, ma romanzati. L’ho scritto con questo linguaggio perché volevo essere chiara, perché le donne parlano anche così”.

Si è poi soffermata sulle donne e il linguaggio e sugli spazi a cui le donne sono “destinate” o relegate. “Alle donne è concesso un range d’azione molto limitato, – ha detto – abbiamo l’ora d’aria, noi abbiamo i recinti dove ci dobbiamo muovere, non solo perché ce lo impone un compagno o una madre, era importante che non non ci dessimo più dei limiti. Mi hanno detto: ma lei ha usato un linguaggio maschile, no ho risposto il libro lo ha scritto una donna che sono io ed ho usato un linguaggio non maschile. E questo ci fa capire quanto le convenzioni ci governino. Volevo restituire simbolicamente un po’ di libertà. Siamo maciullate dalle convenzioni, nasciamo con i limiti predisposti atavicamente. Ho raggiunto un’età in cui mi sono permessa di cercare di scardinare questa immagine. Per me era inevitabile vederla nell’ottica ironica. Sono profondamente convinta che la commedia possa dire cose profondissime”.

Le cinque protagoniste del libro sono donne che hanno fatto un’altra scelta “spinosa” e difficile da mandare giù nella nostra società: quella di non essere madri. Hanno scardinato un altro tabù.

“Non ho nulla contro le madri. – ha precisato Pivetti – C’è tanta di quella letteratura sulle madri, sulle donne che hanno partorito che noi ci fermiamo, c’è un mondo che ci dice questo. Poi c’è un altro mondo di donne che sfugge alla maternità, ma queste donne vengono stritolate dalle convenzioni e a volte sono ‘costrette’ da una cultura a diventare madri, da famiglie e pensiero comune che ti ‘incasellano’ in quella direzione. Ci sono tanti modi per realizzarsi. La maternità è uno status dove le donne sono prese in considerazione. Credo che le donne cerchino il loro riscatto. Voglio spezzare una lancia nei confronti di tutte quelle donne che non vogliono essere madri, rivendico il desiderio di non essere madre”.