Italia Viva Signa: “Chi era in regola non si merita queste misure. Che il ristoro sia immediato”

SIGNA – Non c’è dubbio che l’ultimo Dpcm (in attesa del prossimo…) abbia sollevato diverse questioni. Politiche ed economiche. E un dibattito probabilmente senza precedenti. Non solo a livello nazionale. In ambito locale Italia Viva Signa ribadisce che “non ha mai messo in discussione la necessità di rispettare le norme del Dpcm, così come la […]

SIGNA – Non c’è dubbio che l’ultimo Dpcm (in attesa del prossimo…) abbia sollevato diverse questioni. Politiche ed economiche. E un dibattito probabilmente senza precedenti. Non solo a livello nazionale. In ambito locale Italia Viva Signa ribadisce che “non ha mai messo in discussione la necessità di rispettare le norme del Dpcm, così come la tenuta del governo, ma ha semplicemente ricordato alla maggioranza, tutta, la legittimità non solo di potersi esprimere, ma anche di essere almeno ascoltati. Lo stesso stiamo facendo a livello locale e anche qui i tentativi di strumentalizzazione da parte del centro-destra sono tristemente e prevedibilmente i soliti di sempre”.

“L’emergenza sanitaria, – si legge in un comunicato – unita a quella economico-sociale è molto forte, soprattutto nella seconda ondata perché colpisce (per la seconda volta) alcune categorie professionali che per continuare nella loro attività ed esistenza avevano anche pesantemente investito in misure di contenimento. Commercianti, partite Iva, centri sportivi, il mondo della cultura e dello spettacolo, il settore dei congressi e degli eventi, gli stagionali, i liberi professionisti, gli artigiani e le manifatture si trovano a dover nuovamente chiudere l’attività, senza un adeguato riconoscimento delle spese sostenute per i dispositivi di distanziamento e protezione sociale (guanti, gel disinfettante, mascherine, attività di sanificazione permanente, plexiglass e quant’altro). Il mondo del professionismo ha risposto alla prima ondata in modo esemplare e Italia Viva ne aveva preteso e ne pretende una giusta valutazione in termini di imposizione di nuove misure. Alle difficoltà di queste categorie si aggiungono quelle legate alla ripresa in sicurezza delle lezioni a scuola, che vede penalizzati soprattutto i ragazzi e le loro famiglie. Un danno generazionale incommensurabile richiudere per la seconda volta i giovani a casa, limitandone tutti i contatti sociali, compresi quelli “in sicurezza”….”.

“Ci preme quindi precisare – continua il comunicato – che, per noi di Italia Viva, chi era in regola e in sicurezza non doveva essere soggetto a misure di quella portata e, oggi, va previsto il loro ristoro immediato, al pari di tutte le altre categorie danneggiate. È anche da confermare l’assoluta necessità di accesso al Mes, che permetterebbe un potenziamento delle risorse da investire nel mondo sanitario per almeno cercare di contenere il contagio nell’emergenza: è in gioco la salvaguardia della vita dei cittadini e degli operatori sanitari. Serve, in altre parole, potenziare le “4 T”, come affermato dallo stesso Matteo Renzi, ovvero tamponi, tracciamento, trasporto pubblico, tutela sanitaria territoriale, ma anche prevedere potenziamento orari differenziati dei trasporti pubblici. A oggi a pagare il prezzo sono invece ristoranti, musei, teatri, palestre e scuole, che si trovano costretti a limitare o a chiudere le attività”.

“I provvedimenti del ristoro e del Mes – concude il comunicato – produrrebbero un beneficio immediato non solo a carattere nazionale, ma anche a livello locale: il territorio di Signa vedrebbe potenziata la sua sanità territoriale e ospedaliera, incrementando le risorse umane e tecnologiche da impiegare per fronteggiare al meglio l’emergenza sanitaria anche in termini di screening e di diagnosi precoce del Sars-Covid 2 (che potrebbero essere in questo modo effettuate anche al domicilio del cittadino, riducendo così il sovraccarico ospedaliero e incrementando l’effettuazione dei tamponi di controllo, facilitandone l’esecuzione e la rapidità). Un sistema di questo tipo consentirebbe alle attività produttive e culturali di mantenere viva la loro attività, evitandone la crisi e la chiusura, perché inserite in un contesto di effettivo controllo e qualità delle azioni di contenimento. Il nostro Paese non ha bisogno di ulteriori difficoltà, né può permettersi di perdere di vista le sue vere priorità: lavoro, cultura, sanità e vita sociale”.