La crisi della moda colpisce anche gli accessori metallici. Fim Toscana: “Sette aziende su 10 hanno chiesto gli ammortizzatori sociali”

FIRENZE – La crisi che sta colpendo il settore moda ha ripercussioni pesanti anche sulla filiera degli accessori metallici, dove sette aziende su dieci hanno chiesto ammortizzatori sociali e si stanno utilizzando migliaia di ore, impoverendo tutto un distretto in cui lavorano oltre 8.000 persone: la Fim Toscana è fortemente preoccupata. Il Metadistretto, che comprende […]

FIRENZE – La crisi che sta colpendo il settore moda ha ripercussioni pesanti anche sulla filiera degli accessori metallici, dove sette aziende su dieci hanno chiesto ammortizzatori sociali e si stanno utilizzando migliaia di ore, impoverendo tutto un distretto in cui lavorano oltre 8.000 persone: la Fim Toscana è fortemente preoccupata. Il Metadistretto, che comprende la Piana di Scandicci e Sesto Fiorentino, e Arezzo registrano infatti una frenata brusca di tutto il settore: molteplici sono le motivazioni, di cui la principale è il blocco degli ordini da parte delle case di moda, che rappresentano un pezzo importante del Pil toscano.

Il 24 novembre scorso Fim, Fiom e Uilm Firenze hanno organizzato un Attivo dei delegati del settore, evidenziando in un documento che il settore ha “urgente bisogno di un progetto socio-economico di difesa del comparto della moda, alternativo ed inclusivo, risolutivo delle tante disuguaglianze e problematiche prodotte da questo settore, che ora rischia di essere travolto da una tempesta perfetta, determinata dai fermi produttivi di questi mesi che getta un’ombra sinistra sul tutto il 2024”. “Abbiamo inoltre chiesto alla Regione Toscana – spiega Flavia Capilli, della Segreteria Fim Toscana – un tavolo che metta insieme tutti i protagonisti del settore per tentare di arginare quanto possibile il problema e far ripartire, se possibile, il settore. Lanciamo quindi alle istituzioni locali e nazionali un grido d’allarme, perché il momento di cui già un anno fa avevamo denunciato il rischio, è arrivato e le organizzazioni sindacali fino ad oggi non sono state ascoltate sufficientemente”.

“Su Arezzo – spiega la responsabile Fim territoriale, Ilaria Paoletti – piovono richieste di accesso a fondi bilaterali, perché è un territorio ricco di aziende per lo più di piccole e medie dimensioni e artigiane. Aziende già operanti e attive nel comparto orafo che proprio per l’alta specializzazione e competenza hanno negli anni attratto le grandi griffe internazionali, mutando il tessuto economico della provincia e generando in parallelo all’ormai consolidato distretto orafo, un vero e proprio distretto moda”. “La richiesta di accesso all’FSBA, l’ammortizzatore sociale dell’artigianato, è in crescita ormai da molti mesi, – dice il segretario generale Cisl Toscana, Ciro Recce – quindi le preoccupazioni della Fim sono comprensibili e condivise. Occorre che trovino ascolto da chi di dovere e che tutti gli attori in campo si impegnino per dare risposte ai problemi e invertire la tendenza”.