La manifestazione di Firenze contro le mafie raccontata degli studenti della Garibaldi

Riceviamo e pubblichiamo dagli studenti delle classi terza O e seconda O della scuola media Giuseppe Garibaldi di Campi Bisenzio il racconto della loro partecipazione alla manifestazione del 16 marzo avvenuta a Firenze. FIRENZE – Striscioni, disegni,  sorrisi, urla, fiori di cartone. E ancora colori, coraggio, rumore, ma allo stesso tempo silenzio, forza, unione. Nomi […]

Riceviamo e pubblichiamo dagli studenti delle classi terza O e seconda O della scuola media Giuseppe Garibaldi di Campi Bisenzio il racconto della loro partecipazione alla manifestazione del 16 marzo avvenuta a Firenze.

FIRENZE – Striscioni, disegni,  sorrisi, urla, fiori di cartone. E ancora colori, coraggio, rumore, ma allo stesso tempo silenzio, forza, unione. Nomi scontati se considerati da soli, ma capaci di formare insieme un fiume di emozioni lungo, grande e in grado di affrontare ogni minimo ostacolo . Tra il corteo formatosi a Firenze il 16 marzo scorso, Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, queste parole si sono fatte strada fra le 150mila persone presenti. Un gruppo gigantesco di giovani, donne, bambini, uomini e anziani tanto grande da far paura, tanto consistente da far capire che l’ Italia non si è arresa a questo mostro chiamato “mafia”, ma continua a sperare in un mondo decisamente migliore. Il sorriso presente sui visi dei giovani venuti da tutta Italia per manifestare a Firenze riusciva a trasmettere la gioia, la determinazione e il coraggio di non arrendersi, almeno non ancora.  Tra le strade del capoluogo della Toscana sfolgoravano gli striscioni più belli e più significativi, in grado di scatenare in ogni persona le emozioni più grandi, capaci di stringere il cuore e di trasformare la rabbia provata verso questa Italia assurda in commozione, in lacrime, in brividi. E poi le parole di Don Ciotti, quasi urli potenti, capaci di accendere in ognuno di noi la forza per continuare a sperare. “Non uccidiamoli una seconda volta con il silenzio”. Don Ciotti ha urlato questa frase molte volte riferendosi ai parenti delle vittime di mafia. Già, le vittime. Tante. Troppe. Durante il corteo, vicino allo stadio di Campo di Marte sono stati letti un’ infinità di nomi, oltre novecento, alcuni sconosciuti, ma comunque importanti.
“Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi.” ha comunicato Don Ciotti a  tutti i presenti. Basta omertà. Era questo ciò che si leggeva negli occhi dei partecipanti e nelle canzoni che Fiorella Mannoia ha cantato alla fine del discorso di Don Ciotti. Francesca Giuntini, una ragazza della classe terza O della scuola media Garibaldi da noi intervistata ha detto che “tra le strade di Firenze c’era allegria, emozione, voglia di urlare al mondo che noi esistiamo, che vogliamo cambiare questo insieme di cose”. Ciò che è certo è che manifestazioni come queste servono all’Italia. Sono utili soprattutto per trasformare la freddezza degli italiani in riflessione e coraggio. Possiamo riuscirci. Dobbiamo riuscirci.
Gli studenti delle classi  III O e II O, scuola media Giuseppe Garibaldi, Campi Bisenzio.