“La mappa dell’abbandono”: nel libro di Giacomo Zaganelli una Toscana che può rinascere

FIRENZE – Ci sono l’area ex Nobel, suddivisa fra i Comuni di Signa e Carmignano, e la cementizia di Calenzano. Ma soprattutto ci sono, come in una vera e propria guida, circa 40 dei più interessanti edifici fra gli oltre 250 mappati da Giacomo Zaganelli, 36 anni, fiorentino doc, raggruppati in sei itinerari e accompagnati […]

FIRENZE – Ci sono l’area ex Nobel, suddivisa fra i Comuni di Signa e Carmignano, e la cementizia di Calenzano. Ma soprattutto ci sono, come in una vera e propria guida, circa 40 dei più interessanti edifici fra gli oltre 250 mappati da Giacomo Zaganelli, 36 anni, fiorentino doc, raggruppati in sei itinerari e accompagnati da brevi schede storiche che ne illustrano collocazione, vicende progettuali e fasi costruttive fino alla caduta in disuso. Quelli che oggi si possono considerare come esempi significativi della cosiddetta archeologia industriale. In altre parole il primo volume di “XXI – Guide d’artista”: dedicato alla nostra regione, prende spunto dal progetto “La mappa dell’abbandono (www.giacomozaganelli.com/projects/la-mappa-dell-abbandono) dello stesso Zaganelli, che definire artista è sicuramente riduttivo.

Lo abbiamo incontrato a Firenze, in piazza della Repubblica, e lui, da fiorentino vero, ci ha raggiunti in bicicletta: “Vivo tuttora tra Firenze e Berlino e i miei progetti hanno voluto raccontare sempre qualcosa fra arte e spazio”. Libri, mostre, “ricerche” sono il suo pane quotidiano e anche quella che poi ha portato al libro, vuole essere “una via di mezzo fra la ricerca storica e quella personale”. In una sorta di dialogo con il territorio, territorio su cui “un artista lavora ma guarda ad altro”. “Tutto – aggiunge – è partito da Berlino, dove il patrimonio urbanistico in disuso è stato visto come una chiave di volta”. Da qui quelli che lui ha definito “input”, che ha voluto e vuole dare proprio perché “questi luoghi rappresentano un grande potenziale per lo sviluppo di eventi artistici e culturali”.

Il suo progetto ha mosso i primi passi nel 2010 e in questi anni ha portato a termine una mappatura dei luoghi della Toscana “dimenticati” o ascrivibili a epoche lontane dalla nostra. Una mappatura che ambisce a creare una maggiore consapevolezza della memoria storica del nostro paese, dove per storico si intendono anche costruzioni recenti e non finite, oltre ad abbracciare la possibilità di “riutilizzo contemporaneo” delle stesse strutture anche con obiettivi, oltre che artistici, sociali. Insomma, un libro che si sviluppa come un diario di viaggio, con appunti personali dell’autore scritti a mano che si sovrappongono, nel vero senso della parola, visto che sono su carta trasparente, e si leggono parallelamente alle schede dei luoghi visitati. Un autentico mix fra la parte soggettiva, il taccuino di Zaganelli, e la scheda tecnica, con relativa fotografia, in una sequenza che va a comporre l’intero viaggio. Da una parte il progetto digitale, immediato e contemporaneo, grazie al web, dall’altro il lato “poetico” e artistico, con l’intento di fermare il tempo e lasciare un segno dietro di sé.

La collana è edita dal Centro Di, è ideata da Ginevra Marchi e dallo stesso Giacomo Zaganelli: venti volumi, uno per ogni regione (il prossimo sarà sulla Puglia), più il multiplo Italia, per rivelare una geografia sconosciuta o dimenticata. Progetti che saranno via via proposti da coloro che si occupano della ricerca e trasformati in libri insieme ai curatori e all’autore.

Qui di seguito alcuni esempi che partono proprio con l’ex dinamitificio Nobel.